📍 Luogo: Roma
È stata esclusa l’ipotesi di shock anafilattico nella morte di Ana Sergia Alcivar Chenche, la 46enne deceduta lo scorso 7 giugno 2025 a Roma durante un intervento di liposuzione. I primi esiti dell’autopsia indicano la possibilità di una embolia polmonare o di una complicanza cardiaca come causa del decesso. La donna, di origini ecuadoriane e residente a Genova, era stata sottoposta a un trattamento estetico in uno studio medico in via Francesco Roncati, zona Primavalle.
Il drammatico intervento e il tentativo di rianimazione
Durante l’intervento, Ana Sergia Alcivar Chenche ha accusato un grave malore. Il medico ha immediatamente chiamato un’ambulanza privata, ma la situazione si è rivelata da subito critica. Trasportata d’urgenza al Policlinico Umberto I, la paziente è arrivata già in condizioni disperate. Nonostante i tentativi di rianimazione, anche da parte dell’anestesista presente in sala, la donna è deceduta poco dopo l’arrivo in ospedale.
Indagati tre professionisti: l’accusa è omicidio colposo
Per la morte della 46enne, la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati tre persone. Il chirurgo José Lizarraga Picciotti, 65 anni, di origine peruviana, gestore dello studio medico dove è stato effettuato l’intervento. Con lui sono indagati anche l’anestesista Paolo Colcerasa e un’infermiera presente nella sala operatoria. L’accusa è omicidio colposo. Le indagini hanno rivelato gravi lacune nell’ambulatorio, tra cui l’assenza di strumenti essenziali per il primo soccorso, come il defibrillatore.
I precedenti del medico: altri casi sotto inchiesta
Il dottor Lizarraga Picciotti non è nuovo a problemi giudiziari: nel 2006 e nel 2018 era stato denunciato da due pazienti per lesioni colpose. Attualmente è a processo a Brescia, con una prossima udienza fissata per il 26 settembre 2025. In quel caso, una donna ha raccontato di essere stata operata due volte — una a Roma, l’altra a Desenzano del Garda — denunciando esiti devastanti sul piano fisico e psicologico. Secondo quanto riferito, il medico avrebbe addirittura utilizzato una bottiglia di grappa come anestetico, un dettaglio sconvolgente che aggrava ulteriormente la posizione del professionista.
Il ruolo dell’anestesista e dell’infermiera
Anche l’anestesista Paolo Colcerasa è ora sotto indagine. Pur non avendo precedenti legati all’ambito medico, la sua responsabilità è al vaglio della Procura per eventuali omissioni o errori nella gestione dell’emergenza. Stesso discorso per l’infermiera, la cui presenza in sala non avrebbe garantito le condizioni minime di sicurezza richieste in un intervento chirurgico di questo tipo.
Una morte che fa riflettere: chi garantisce la sicurezza delle operazioni estetiche?
Il caso di Ana Sergia Alcivar Chenche riaccende i riflettori sulla sicurezza negli studi medici privati, dove sempre più spesso si svolgono interventi chirurgici invasivi in assenza di strutture adeguate. I controlli devono essere rigorosi e continui per evitare tragedie evitabili, come quella accaduta a Roma. La giustizia farà ora il suo corso per accertare le responsabilità e fare chiarezza sulla dinamica esatta dei fatti.