Antonia Notarangelo, 76 anni di Vieste, è morta mentre veniva portata in ospedale senza ambulanza disponibile

Foggia, Antonia Notarangelo muore in auto mentre la figlia la porta in ospedale: «Non c’erano ambulanze»

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Written by Irene Vitturri

2 Settembre 2025

📍 Luogo: Foggia

Un dramma ha sconvolto la comunità di Vieste, nel Foggiano. Antonia Notarangelo, 76 anni, è morta nella notte tra sabato 30 e domenica 31 agosto mentre la figlia tentava di portarla d’urgenza all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. La donna si trovava in gravi condizioni, ma al momento del malore non c’era alcuna ambulanza disponibile tra Vieste e Peschici.

La vicenda è stata denunciata pubblicamente dal figlio della vittima, Pasquale Ciuffreda, che ha raccontato l’accaduto in una lettera aperta.

L’attesa al pronto soccorso di Vieste

Secondo quanto ricostruito, la donna accompagnata inizialmente al pronto soccorso di Vieste dopo che il 118 aveva comunicato l’indisponibilità delle ambulanze. Una volta arrivata nella struttura, la famiglia riferisce che non ci sarebbe stato alcun medico disponibile a visitarla nell’immediato e che sarebbe stato consigliato un ritorno il giorno successivo in caso di peggioramento.

Dopo oltre un’ora di attesa, senza un trasferimento, la figlia ha deciso di accompagnarla da sola a San Giovanni Rotondo. Durante il tragitto, nei pressi di Baia delle Zagare, la situazione è precipitata e la 76enne ha smesso di respirare.

La denuncia dei familiari

«Nessuna ambulanza. Nessuna urgenza, secondo loro», ha dichiarato il figlio Pasquale. «Mia sorella era sola, di notte, con nostra madre in condizioni gravi. Pochi minuti dopo mi ha richiamato in lacrime: mamma non respirava più. La morte è arrivata, in mezzo al nulla».

La famiglia, assistita dall’avvocato Pasquale Chionchio, ha annunciato che presenterà denuncia in sede penale e civile nelle prossime ore, ipotizzando un grave caso di malasanità e chiedendo di accertare eventuali responsabilità.

Le reazioni delle istituzioni

Il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, ha commentato duramente l’accaduto definendolo «una morte inaccettabile». Ha inoltre sollevato un interrogativo cruciale: «Se le ambulanze erano impegnate, perché non è stato attivato l’elisoccorso, nonostante sia stato siglato un protocollo che ne prevede l’uso anche per i codici arancioni?».

Le indagini in corso

La vicenda ha già attirato l’attenzione delle autorità competenti. Sarà la magistratura a stabilire se vi siano state negligenze o omissioni da parte del personale sanitario e se un tempestivo intervento avrebbe potuto salvare la vita della donna.

La comunità di Vieste resta sotto shock per una morte che i familiari definiscono «evitabile», e che ha aperto un dibattito sulla gestione delle emergenze sanitarie nel territorio.

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