Aurora Maniscalco

Aurora Maniscalco morta a Vienna, il fidanzato indagato per istigazione al suicidio

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Written by Irene Vitturri

7 Luglio 2025

📍 Luogo: Palermo

La verità sulla morte di Aurora Maniscalco, la hostess palermitana deceduta a Vienna dopo una caduta dal terzo piano del suo alloggio, è tutt’altro che chiara. Martedì 8 luglio il corpo della ragazza farà ritorno a Palermo, dove la Procura ha disposto l’autopsia presso il Policlinico, accogliendo l’esposto dell’avvocato Alberto Raffadale, legale della famiglia. L’esame autoptico, ritenuto atto irripetibile, sarà fondamentale per stabilire la dinamica della tragedia. Le indagini, una volta avviate, saranno trasferite alla Procura di Roma, competente per i casi di reati commessi all’estero su cittadini italiani.

Il fidanzato indagato per istigazione al suicidio

Secondo quanto trapelato, il fidanzato di Aurora Maniscalco ha ricevuto un avviso di garanzia per istigazione al suicidio. Un provvedimento che smentisce la versione austriaca, secondo cui la giovane si sarebbe tolta la vita volontariamente. In Austria, infatti, la magistratura ha archiviato il caso come suicidio, basandosi sulle dichiarazioni di alcuni passanti e dello stesso fidanzato, il quale ha ammesso di aver litigato con Aurora pochi istanti prima della caduta. Una versione che la famiglia della ragazza non ha mai accettato.

Le contraddizioni nella versione austriaca

I magistrati austriaci hanno rifiutato di effettuare un’autopsia, ritenendo sufficiente la testimonianza di chi affermava di aver visto Aurora lanciarsi dal balcone. Tuttavia, secondo la famiglia, questa versione appare lacunosa e non supportata da elementi oggettivi. Da qui la decisione di presentare un esposto alla Procura di Palermo, che ha deciso di avviare una nuova indagine partendo proprio dall’autopsia.

Il caso passa alla Procura di Roma

La gestione dell’inchiesta verrà affidata alla Procura di Roma, come previsto dalla normativa per i crimini avvenuti all’estero con vittime italiane. Saranno i magistrati della Capitale a raccogliere eventuali elementi che possano confermare o smentire l’ipotesi di istigazione al suicidio. La famiglia di Aurora spera che venga fatta piena luce sulla vicenda, per restituire dignità e verità alla giovane hostess morta in circostanze ancora troppo oscure.

La famiglia non crede al suicidio: “Aurora non si sarebbe mai tolta la vita”

Chi conosceva Aurora Maniscalco la descrive come una giovane solare, dinamica, determinata. La sua famiglia non ha mai creduto alla tesi del suicidio. L’avvocato Raffadale, che rappresenta i genitori, ha insistito per un’indagine accurata, sostenendo che la ragazza non mostrava segnali compatibili con una scelta simile. L’autopsia italiana, dunque, diventa un passaggio cruciale per accertare eventuali segni di colluttazione, coercizione o altri elementi incompatibili con un gesto volontario.

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