📍 Luogo: Giugliano
Cane morto legato a una cyclette a Giugliano: un dramma evitabile
A Giugliano, lo scorso agosto, un cane di tre anni è stato trovato morto in circostanze che scuotono la coscienza collettiva. Il povero animale era legato a una cyclette, sotto il sole cocente, senza acqua o riparo. Il decesso – attribuito a colpo di calore – ha provocato un’ondata di indignazione. La crudeltà di un gesto dimostra quanto una piccola iniziativa mediatica possa trasformarsi nel simbolo di una battaglia etica più grande.
Soccorritori tempestivi, ma il danno era già fatto
L’intervento provvidenziale delle Guardie Zoofile dell’Oipa e della Polizia Municipale ha salvato un secondo cane presente nel cortile, libero e fortunatamente meno esposto alle intemperie. Ma per il primo animale non c’è stato nulla da fare. Questa distinzione, tra morte atroce e salvezza per un soffio, rimanda alle responsabilità di chi abbandona e di chi volta lo sguardo altrove.
L’indignazione di Borrelli: da cronaca a battaglia istituzionale
Il deputato Francesco Emilio Borrelli ha immediatamente denunciato pubblicamente il caso, definendolo “un atto di una crudeltà disumana” e annunciando un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute. Chiede l’avvio di una campagna nazionale contro l’abbandono, soprattutto in estate, e il riconoscimento legale degli animali come esseri senzienti. Una scintilla morale accesa nel cuore delle istituzioni.
Il dovere condiviso: proteggere chi non ha voce
La crudeltà verso gli animali non è solo un reato: è una lesione alla nostra civiltà. Questo caso mette a nudo una verità dolorosa: quando i più deboli sono vittime, è l’umanità che perde. Non basta indignarsi: servono leggi più severe, sorveglianza sociale, educazione precoce ai diritti degli animali.
Meno vacanze, più responsabilità
Essere assenti non giustifica l’abbandono. Troppo spesso la “vacanza” diventa scusa per lasciare una vita dipendente alla deriva. La tragedia di Giugliano dovrebbe far riflettere sulle nostre abitudini: l’amore per un animale richiede impegni concreti, presenza anche quando si è lontani da casa.
Dalle parole ai fatti: cosa chiedere ora
Dieci proposte urgenti emergono:
- Campagne informative estive su dovere e reato di abbandono.
- Rafforzamento delle sanzioni per violenza verso gli animali.
- Censimento effettivo di canili e rifugi, con monitoraggio trasparente.
- Formazione nelle scuole sul rispetto e il valore della vita animale.
- Rete di controllo civico nei quartieri, attiva anche durante ferie collettive.
- Potenziamento delle guardie zoofile, anche nei periodi di picco turistico.
- Collaborazione tra associazioni, istituzioni e cittadini per segnalazioni rapide.
- Promozione di vitto, microchip e controlli tramite medici veterinari.
- Supporto psicologico per famiglie coinvolte in incidenti di questo tipo.
- Riconoscimento ufficiale del ruolo dell’animalista come parte attiva del sistema di tutela.
Una comunità ferita ma pronta alla svolta
Questo episodio non deve essere archiviato come cronaca nera ma diventare pietra angolare del cambiamento. La risposta emotiva, fatta di dolore e protesta, può trasformarsi in utile strumento di sensibilizzazione e prevenzione. Sarebbe davvero una vittoria onorare l’innocenza violata con una comunità più vigile e meno indifferente.


