📍 Luogo: Sant’Antonio di Gallura
Pietro Contu muore investito dalla metro: lutto a Sant’Antonio di Gallura
Una tragedia improvvisa ha gettato nel dolore le comunità di Sant’Antonio di Gallura e Olbia. Pietro Contu, 22 anni, figlio del giudice Marco Contu, presidente del collegio giudicante nel processo Grillo, è rimasto vittima di un incidente ferroviario alla fermata San Paolo della metro B a Roma. La sua scomparsa ha sconvolto familiari e colleghi, strappando via una giovane vita in un attimo.
La dinamica della tragedia
Era pomeriggio del 2 settembre quando un convoglio della metropolitana ha travolto il giovane alla stazione. Il tempestivo intervento di polizia, vigili del fuoco e sanitari del 118 ha evitato danni ad altri passeggeri, ma ogni cura è stata inutile. L’esito tragico dell’incidente ha portato al rinvio dell’attesa lettura della sentenza del processo contro Ciro Grillo, inizialmente fissata per il 3 settembre e posticipata al 22, in modo da consentire al giudice di affrontare il proprio ruolo con serenità.
Il dolore della comunità gallurese
Sant’Antonio di Gallura ha indossato il lutto più sincero: bandiere a mezz’asta, messaggi di cordoglio, silenzio nell’oratorio dove saranno celebrati i funerali. La notizia ha spezzato il respiro del paese: un giovane corista, amico, figlio, muore lontano da casa e lascia un vuoto che nessuna fermezza narrazione può colmare.
Chi era Pietro: desideri, affetti e futuro
Pietro era un giovane pieno di vita, con sogni, amicizie, una relazione solida e accadimenti accademici in corso. Il richiamo del padre, una figura istituzionale, il calore della Gallura: tutto in lui aveva radici profonde. L’addio improvviso smonta da un lato le ambizioni e dall’altro chiama silenzio, ma anche responsabilità: ricordarlo significa continuare la sua giovane storia ancora da raccontare.
Il processo sospeso e l’appello alla serenità
Il rinvio della sentenza del processo Grillo fa da sfondo a una morte privata che travalica i confini familiari e istituzionali. In un’aula silenziosa dove si attendeva la parola fine, ora c’è silenzio. La giustizia – lenta e metodica – è chiamata a essere giusta anche nei tempi del lutto.
Il saluto istituzionale e il senso civico
Il sindaco Carlo Duilio Viti ha espresso “profonda commozione”, mentre la comunità intera si unisce a un dolore che supera le divisioni, lasciando spazio solo alla pietà. Hanno parlato le lacrime, le mani che si cercano e si stringono, l’abbraccio di chi resta.
Il bilancio della memoria
Quando una vita viene stroncata lontano da casa, l’eco arriva lontano. Resta la figura di Pietro, il giovane che non tornerà più, ma che diventa simbolo del rispetto dovuto a ogni esistenza, per quanto breve.
L’eredità che resta: oltre il dolore
La sua morte rende necessario riflettere sul valore dell’attenzione, del viaggio e dello sguardo verso gli altri. Pietro non è solo vittima di un incidente: è stato vite colpite da molteplici assenze, quelle del corpo lontano, dello sguardo che non tornerà, della giustizia che attende. Farlo vivere significa dare un senso là dove la morte ha costruito silenzio.