📍 Luogo: Garlasco
Una nuova traccia di DNA, identificata con la sigla MDX1, è stata rinvenuta sul pollice destro di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di Garlasco, in provincia di Pavia. Il reperto, rilevato dai Ris di Parma, apre nuovi scenari investigativi a distanza di 18 anni dal delitto che ha sconvolto l’Italia.
Si tratta di una traccia genetica maschile, diversa da quelle analizzate inizialmente, che potrebbe riscrivere le conclusioni finora raggiunte e dare impulso alla riapertura dell’inchiesta.
La traccia MDX1 e gli sviluppi investigativi
Il campione MDX1 era già stato prelevato nel settembre 2007 con un tampone sul pollice della vittima, ma all’epoca era stato classificato come non utile ai fini investigativi. Le analisi mostrarono un possibile miscuglio genetico e vennero archiviate come non interpretabili a causa dell’“effetto ladder”, un’anomalia nell’amplificazione del DNA che genera risultati imprecisi.
Tuttavia, la tabella di amplificazione evidenziava comunque la presenza di un profilo Y, segno di un DNA maschile. Questo elemento, ignorato per anni, è oggi oggetto di una nuova analisi genetica con tecnologie più avanzate, che potrebbero finalmente permettere l’identificazione del soggetto.
Il collegamento con Andrea Sempio
La scoperta si somma a quella già nota di tracce riconducibili ad Andrea Sempio — nuovo indagato nel caso — sul mignolo destro di Chiara Poggi. La coincidenza di più campioni maschili sulla mano della vittima fa ipotizzare una colluttazione e la presenza di più persone sulla scena del crimine.
Secondo quanto riportato, è proprio l’ipotesi del concorso di persone a permettere la riapertura delle indagini, come confermato anche dall’avvocato di Sempio, Massimo Lovati.
Tracce femminili non attribuite nella villetta di via Pascoli
Gli inquirenti hanno inoltre riscontrato tre tracce di DNA di origine femminile, mai attribuite a nessuno. Queste tracce si trovavano in punti chiave della casa, suggerendo una presenza attiva e potenzialmente rilevante per la dinamica del delitto.
All’epoca, le analisi non permisero una classificazione certa, forse a causa del numero limitato di marcatori genetici disponibili. Oggi, con le moderne tecniche di analisi, anche questi campioni potrebbero essere reinterpretati.
Le nuove consulenze e il ruolo di Cristina Cattaneo
La procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, ha incaricato l’anatomopatologa Cristina Cattaneo di chiarire quale arma sia stata usata e quante persone fossero presenti la mattina del delitto nella villetta di via Pascoli. Contemporaneamente, Denise Albani, consulente per le analisi genetiche, dovrà depositare le sue conclusioni entro il 10 ottobre.
Anche il professor Francesco De Stefano, noto per aver isolato il DNA di “Ignoto 1” nel caso Yara Gambirasio, ha rivalutato il campione MDX1 nel 2014, rafforzando l’idea che ciò che un tempo era ritenuto non interpretabile, oggi potrebbe diventare la chiave di volta dell’intera inchiesta.