Chiara Poggi

Chiara Poggi, nuovi dubbi sul “gradino 0”: le impronte scomparse, il capello inedito e le tracce cancellate

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Written by Irene Vitturri

24 Giugno 2025

📍 Luogo: Garlasco

Sono trascorsi quasi vent’anni da quel 13 agosto 2007, quando il corpo senza vita di Chiara Poggi, 26 anni, venne trovato nella villetta di famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia. Il fidanzato, Alberto Stasi, è stato condannato in via definitiva per omicidio nel 2015, ma il caso non ha mai smesso di generare domande. Oggi, grazie alla riapertura del fascicolo da parte della Procura e a un incidente probatorio in corso, nuovi elementi potrebbero modificare la narrazione accettata fino a oggi.

Caso Chiara Poggi – Il gradino 0: il corpo c’è, ma il sangue no

Uno degli aspetti più inquietanti riguarda il cosiddetto “gradino 0”, ovvero il punto esatto in cui il corpo di Chiara fu ritrovato. Secondo la versione ufficiale, la ragazza sarebbe stata colpita in cima alle scale e lasciata cadere fino alla taverna. Ma il primo gradino, dove per forza di cose il corpo avrebbe dovuto poggiare, non presenta tracce di sangue. Un’anomalia che ha portato gli inquirenti a ipotizzare una diversa dinamica dell’aggressione. Grazie a una mappatura 3D dell’abitazione, si sta valutando l’ipotesi che l’omicida si sia fermato proprio lì, facendo scivolare la vittima senza mai scendere in taverna.

Impronta 33 e prove cancellate: cosa manca alla scena del crimine

Un altro punto centrale è la cosiddetta impronta 33, trovata proprio sul gradino 0. Non era insanguinata, ma compatibile con una scarpa di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. L’impronta, però, non è più analizzabile: il reperto che la conteneva è stato distrutto dopo la condanna di Stasi, seguendo le procedure di archiviazione. La sola presenza di questa traccia, però, lascia aperta la possibilità che sulla scena ci fosse un’altra persona, mai approfondita fino in fondo.

Caso Chiara Poggi – Il capello mai repertato e i tamponi dimenticati

Altro elemento inedito è la scoperta di un capello lungo circa tre centimetri, conservato in un sacco della spazzatura rimasto in laboratorio per quasi due decenni. Il reperto non risultava tra quelli ufficialmente repertati nel 2007 e ora è al vaglio dei genetisti Denise Albani e Domenico Marchigiani. Se da quel capello venisse estratto un profilo genetico sconosciuto, si aprirebbe un nuovo scenario investigativo.

In parallelo, si sta riesaminando anche una serie di tamponi biologici mai testati in modo approfondito. I frammenti 10 e 11, trovati sulla porta d’ingresso, potrebbero contenere tracce di sangue non rilevate in passato per limiti tecnologici. L’utilizzo di test di nuova generazione, come l’OBTi, potrebbe oggi restituire risultati determinanti.

Andrea Sempio formalmente indagato: il ritorno di un nome controverso

Per la prima volta Andrea Sempio è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio in concorso. Nonostante in passato non fosse mai stato coinvolto ufficialmente, la Procura vuole ora chiarire ogni possibile legame con la scena del crimine. Il suo legale denuncia un “accanimento mediatico”, ma l’iscrizione formale rappresenta un passaggio cruciale nelle nuove indagini.

Più di un aggressore? L’ipotesi di un’azione concertata

Tra le nuove teorie al vaglio c’è anche quella, finora mai esplorata a fondo, che sul luogo del delitto possano essere state presenti più persone. Alcune dinamiche del corpo, la violenza dei colpi e l’apparente cancellazione delle tracce sembrano poco compatibili con un solo autore. L’eventuale scoperta di un secondo profilo genetico — da capello o tamponi — potrebbe rivoluzionare tutto, aprendo anche l’ipotesi di un depistaggio o di un’azione di gruppo.

Prossimo appuntamento: udienza del 4 luglio

Il prossimo momento chiave sarà il 4 luglio, quando è prevista una nuova udienza dell’incidente probatorio. Le parti discuteranno gli accertamenti in corso, che si concluderanno in autunno. Intanto la Procura mantiene il massimo riserbo, consapevole della delicatezza del caso. Ogni dettaglio potrebbe finalmente portare alla verità che manca da 18 anni.

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