Ciro Grillo

Ciro Grillo, il pm: «La violenza nella doccia, i ragazzi dicevano: “Prendila, adesso tocca a me”»

User avatar placeholder
Written by Irene Vitturri

2 Settembre 2025

Il processo a carico di Ciro Grillo e dei suoi tre amici genovesi – Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria – entra nelle sue fasi finali con le repliche del procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso. Durante l’udienza, il pm ha ripercorso le accuse, concentrandosi in particolare sulla presunta violenza nella doccia, che sarebbe avvenuta nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo.

Secondo la ricostruzione, la studentessa italo-norvegese di 19 anni, dopo essere riuscita ad allontanarsi dal letto approfittando di una distrazione, avrebbe incontrato l’opposizione degli altri ragazzi e sarebbe poi stata costretta a subire un ulteriore atto nella doccia.

Le parole della presunta vittima

Il pm ha riportato in aula alcuni passaggi delle dichiarazioni della ragazza, che fin dall’inizio aveva fatto i nomi di tutti gli imputati. «Sente dire a uno di loro: Prendila, adesso tocca a me. È lei a spiegare che tutti erano presenti e che parlavano tra loro mentre si consumava la violenza», ha ricordato Capasso. La giovane ha ribadito più volte di aver subito la violenza da parte di tutti, fornendo una testimonianza dettagliata e ritenuta coerente dal pubblico ministero.

La studentessa, che fin dall’avvio del procedimento ha scelto di costituirsi parte civile assistita dall’avvocata Giulia Bongiorno, avrebbe espresso il desiderio di essere presente alla lettura della sentenza, attesa nei prossimi giorni.

La posizione della Procura

Dopo una requisitoria durata complessivamente otto ore in due giornate, il procuratore Capasso ha ribadito la richiesta di condanna a nove anni di reclusione per ciascuno degli imputati, con riconoscimento delle attenuanti generiche. «Si tratta di sei ragazzi che allora avevano 19 anni. Due ragazze che hanno vissuto una vicenda drammatica e quattro imputati che affrontano un processo di estrema gravità», ha dichiarato in aula.

Il magistrato ha sottolineato come le accuse trovino riscontro non solo nelle dichiarazioni delle due ragazze, ma anche in chat e immagini raccolte durante le indagini.

La tesi difensiva

Gli imputati hanno sempre respinto le accuse, sostenendo che i rapporti fossero consensuali. I loro legali hanno ribadito che nessuno dei giovani avrebbe usato violenza o costretto la volontà delle ragazze. Una linea difensiva che punta a dimostrare la mancanza di coercizione e la natura volontaria degli atti.

Diversa la posizione della parte civile: l’avvocata Giulia Bongiorno ha parlato di «una concezione della donna il cui consenso vale zero», ricordando come la sua assistita sia stata sottoposta a un esame particolarmente complesso, con oltre 1.600 domande, alle quali ha risposto mantenendo coerenza.

Verso la sentenza

Il procedimento, iniziato formalmente nel marzo 2022, si avvia ora alla conclusione dopo anni di udienze, molte delle quali a porte chiuse. Nei prossimi giorni il Tribunale di Tempio Pausania emetterà la sentenza che potrebbe mettere un punto a una vicenda che ha sollevato forte dibattito pubblico, non solo per il coinvolgimento del figlio di un noto esponente politico, ma soprattutto per il tema della violenza di gruppo e del consenso.

La Procura ha confermato la richiesta di condanna a nove anni di carcere per tutti e quattro gli imputati. La parola passa ora ai giudici, che saranno chiamati a valutare attentamente le testimonianze, le prove raccolte e le opposte versioni dei fatti.

Image placeholder

41esimoparallelo.it, testata online che racconta in tempo reale i fatti più rilevanti dall’Italia e dal mondo. Ogni giorno approfondiamo cronaca, attualità, politica e società con un’informazione chiara, veloce e accessibile a tutti.