Caso Garlasco

Delitto di Garlasco, l’avvocato di Stasi: «Sulla scena del crimine più di una persona». E sul nuovo Dna: «Diamo fiducia»

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Written by Irene Vitturri

1 Luglio 2025

📍 Luogo: Garlasco

A distanza di quasi vent’anni dal tragico omicidio di Chiara Poggi, il delitto di Garlasco continua a far discutere. Durante la trasmissione Filorosso andata in onda su Rai 3, l’avvocato Antonio De Rensis, difensore storico di Alberto Stasi, è intervenuto pubblicamente offrendo una riflessione articolata sul processo e sulle nuove indagini in corso. Le sue parole hanno suscitato grande interesse, soprattutto per quanto riguarda la possibilità che più di una persona fosse presente sulla scena del crimine.

L’avvocato: «Non commenterò mai il dolore della famiglia Poggi»

In apertura del suo intervento, De Rensis ha ribadito il proprio profondo rispetto per la sentenza definitiva che ha condannato Alberto Stasi e, soprattutto, per il dolore della famiglia Poggi: «Non mi permetterò mai di commentare ciò che dicono la mamma, il papà o il fratello di Chiara. Hanno tutto il diritto di esprimersi come meglio credono».

Tuttavia, il legale ha anche sottolineato come sia giusto rispettare anche l’operato di chi oggi conduce nuove verifiche sul caso, a partire dai nuovi accertamenti scientifici.

Caso Garlasco – Più di una persona sulla scena del crimine

Uno dei passaggi più forti dell’intervista è arrivato quando De Rensis ha accennato alle proprie convinzioni personali, pur specificando di non volerle rendere pubbliche: «Credo che sulla scena del delitto ci fosse più di una persona, con ruoli diversi. Ma le mie idee me le tengo per me. Un avvocato serio non fa processi nei talk show».

Un’affermazione che apre scenari diversi da quelli esplorati nel processo a carico di Stasi e che richiama l’attenzione sul nuovo incidente probatorio in corso.

Garlasco – Il nuovo incidente probatorio e le tracce di Dna

Uno degli elementi centrali del rinnovato interesse giudiziario è l’incidente probatorio avviato sulla busta della spazzatura trovata nella casa della vittima. Secondo l’avvocato De Rensis, i primi esiti fanno emergere tracce di Dnadopo ben 18 anni dai fatti: «Qualcuno ha detto che non sarebbe emerso nulla. E invece, qualcosa sembra esserci. Noi non ci siamo mai opposti a nuove indagini, ma chi è oggi indagato sì. Non ha dato volontariamente il Dna e ha cercato di bloccare le analisi. Questo, da solo, dice molto».

Nessuna regia occulta, ma fiducia nella giustizia

De Rensis ha anche preso le distanze dalle teorie complottistiche che da sempre accompagnano il caso: «Non parliamo di regie occulte. In democrazia si può e si deve mettere in discussione tutto, ma questo non significa abbracciare teorie senza fondamento. Non esistono uomini intoccabili».

Il legale ha poi ribadito che, per la legge italiana, Stasi è colpevole, ma ha invitato a non screditare il lavoro degli inquirenti attuali, sottolineando l’impegno del Procuratore Capo, degli aggiunti e dei tecnici forensi coinvolti.

Caso Garlasco – «Chiara meritava una vita, Alberto anche»

Infine, De Rensis ha concluso con una riflessione profondamente umana: «Chiara era una ragazza meravigliosa che meritava la splendida vita che si stava costruendo. E Alberto, a suo modo, era un bravo ragazzo che meritava una vita diversa da quella che ha avuto».

Un pensiero che cerca, forse, di unire il dolore delle due famiglie coinvolte da una tragedia che ancora oggi non smette di far parlare.

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