📍 Luogo: Garlasco
Nuova clamorosa svolta nel caso di Garlasco. Durante la diretta di Quarto Grado andata in onda venerdì 13 giugno 2025, è emersa un’indiscrezione che potrebbe cambiare radicalmente il corso dell’inchiesta. L’intonaco contenente la cosiddetta “impronta 33” sarebbe stato completamente consumato durante le analisi forensi effettuate nel 2007. La traccia, che conteneva 15 minuzie compatibili con Andrea Sempio, oggi indagato nella nuova inchiesta per l’omicidio di Chiara Poggi, non esisterebbe più nella sua forma materiale. Un colpo di scena che apre nuove incognite sul valore probatorio di quella prova.
Caso Garlasco – Andrea Sempio al centro della nuova inchiesta
L’impronta 33 è una delle evidenze più discusse del caso Garlasco. Secondo gli esperti, la traccia avrebbe potuto contenere elementi utili per confermare o smentire il coinvolgimento di Andrea Sempio, all’epoca amico intimo del fratello di Chiara. Il giovane frequentava regolarmente l’abitazione dei Poggi, ma il suo nome è tornato nel mirino solo di recente, con l’apertura della nuova fase investigativa.
Sempio, oggi 37enne, assistito da un team legale guidato dal generale Luciano Garofano, ex comandante dei RIS di Parma, che ha dichiarato: «Credo che nella strategia della Procura ci sia la volontà di rivisitare e verificare tutto ciò che fu fatto. È giusto e necessario».
La fase preliminare dell’incidente probatorio
In attesa dell’incidente probatorio, previsto per martedì prossimo, i periti nominati dal gip Daniela Garlaschelli, tra cui la genetista Denise Albani e l’esperto forense Domenico Marchigiani, hanno già ritirato i reperti custoditi: 58 impronte su fascette adesive, campioni salivari, un frammento del tappetino del bagno e vari rifiuti sigillati.
Oltre all’impronta 33, oggetto di questa controversia, è stata analizzata anche l’impronta numero 10, trovata sulla porta d’ingresso. Tuttavia, il genetista Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, ha spiegato che questa traccia presenta solo otto punti di confronto, troppo pochi per ottenere un risultato attendibile. Anche su questa, dunque, pesano dubbi significativi.
Caso Garlasco – Solo fotografie per l’impronta 33: valore probatorio a rischio
Se la notizia dell’assenza della traccia fisica dell’impronta 33 sarà confermata, gli inquirenti potranno basarsi unicamente su documentazione fotografica e rilievi tridimensionali effettuati all’epoca. Un elemento che potrebbe ridurre il peso processuale di questa prova già oggetto di discussioni sin dall’inizio.
Durante il recente sopralluogo nella villetta di via Pascoli, dove fu ritrovato il corpo di Chiara, non sono emerse nuove evidenze. Tuttavia, grazie all’uso di tecnologie avanzate per la mappatura 3D, gli esperti sperano di ottenere nuovi elementi che possano confermare o smentire le teorie in campo, evitando il rischio di contaminazioni o interpretazioni errate.
Un caso che scuote ancora dopo 18 anni
A 18 anni dalla morte di Chiara Poggi, il caso Garlasco continua a tenere con il fiato sospeso l’Italia intera. Le tensioni tra consulenti, esperti e inquirenti si sommano alla fragilità delle prove residue. La scomparsa dell’impronta 33 nella sua forma originale pone interrogativi cruciali sul futuro dell’indagine e sulla possibilità concreta di arrivare a una verità giudiziaria certa.