A due anni dal terribile omicidio di Giulia Tramontano, la sua memoria è ancora viva grazie all’impegno costante della sorella Chiara, che non smette di raccontare la verità e di cercare giustizia. Ospite di “6 in condotta” con Serena Bortone su Radio2, Chiara ha ripercorso il dolore personale e familiare per la morte di Giulia, uccisa nel 2023 a Senago (Milano) dal compagno Alessandro Impagnatiello mentre era incinta di sette mesi del piccolo Thiago.
«Non smetterò mai di cercarti»: il libro e il bisogno di raccontare
Durante l’intervista, Chiara ha parlato del suo libro “Non smetterò mai di cercarti” (Cairo Editore), un’opera nata dall’esigenza di dare voce alla sorella anche oltre la tragedia.
«Volevo raccontare di lei, non solo del suo omicidio. Scrivere mi ha permesso di mantenerla viva e di costruire un ricordo che vada oltre il femminicidio».
Il ricordo dolce e doloroso di Giulia Tramontano: «L’ultima volta era felice, aspettava Thiago»
Chiara ha condiviso con gli ascoltatori un’immagine struggente:
«L’ultima volta che è venuta a casa aveva un pancione visibile e un viso che risplendeva. Il Napoli aveva appena vinto lo scudetto. Ora c’è la stessa festa, ma Giulia non è qui».
Un dolore che non si attenua, anzi si rinnova nei gesti e nei ricordi quotidiani. Per Chiara, il tempo non ha ancora portato pace:
«La giustizia è arrivata, ma non la pace. È presto. Non c’è nulla che possa rimarginare subito una ferita così profonda».
Accuse alla famiglia di Impagnatiello: «Hanno intestato l’auto per rivenderla»
La parte più dura dell’intervista riguarda le accuse rivolte alla famiglia dell’assassino. Secondo Chiara, i parenti di Impagnatiello avrebbero avuto un atteggiamento “troppo attivo” nel processo, con comportamenti che lasciano sconcertati:
«Si sono intestati l’auto nella quale il cadavere di mia sorella è stato trasportato tre volte. L’hanno fatto – dicono – perché serviva per accompagnare i cugini di Thiago a scuola. Questo è il livello…»
Per Chiara, si tratta di un gesto gravissimo:
«Quell’atto non è solo ignobile, ma anche un tentativo di sottrarre l’auto a un eventuale risarcimento. È inaccettabile».
Caso Giulia Tramontano, la sorella Chiara: «Provo pietà, ma hanno mostrato ciò che sono»
Chiara non nasconde la rabbia, ma al tempo stesso ammette di provare pietà:
«Comprendo il dolore, ma da parte loro c’è stato troppo scompiglio. Invece di fare un passo indietro, sono stati troppo preoccupati dell’opinione pubblica. Se sei umano, capisci che la giustizia viene prima».
Una ferita ancora aperta
Le parole di Chiara Tramontano colpiscono nel profondo perché restituiscono la dimensione umana e quotidiana del dolore. Il suo impegno nel raccontare Giulia non è solo un atto di denuncia, ma anche un gesto di amore e resistenza.
«Non cerco la pace, non adesso. Arriverà, ma non subito. Per ora, c’è solo il bisogno di non dimenticare».