📍 Luogo: Sannazzaro
Sannazzaro de’ Burgondi (Pavia), 15 settembre 2025 – Un giro di pochi minuti per provare la moto nuova si è trasformato in tragedia, sabato sera. Chiara Zugnoni, 36 anni, mamma di due bambini, residente a Pavia, ha perso la vita come passeggera dopo che il conducente, un giovane amico di 26 anni, ha perso il controllo del mezzo. L’incidente è avvenuto verso le 19:30 sulla circonvallazione di Sannazzaro de’ Burgondi.
La serata che doveva essere solo tempo insieme
Chiara era con amici: la cena, poi il desiderio di provarsi la moto del 26enne, proprietario di una Kawasaki 650, appena acquistata. Lei non amava particolarmente le moto, dicono i suoi cari, ma aveva accettato, forse per condividere un momento di leggerezza. La borsetta era stata lasciata a casa degli amici, per quella breve uscita in moto.
Il conducente aveva già messo le mani sulla moto nuova e voleva farne un breve test prima di sedersi tutti a cena. Guidava lui l’ultimo tratto, verso via Gramsci, nella circonvallazione verso Pieve Albignola, quando qualcosa è andato storto.
Il momento dell’impatto
Erano circa le 19:30, sabato sera, quando la moto avrebbe perso aderenza — la dinamica è ancora in corso di ricostruzione — finendo contro un guard rail. Sia Chiara sia il conducente sono stati sbalzati via dal mezzo: lei dalla parte posteriore, lui anche lui in modo violento. I testimoni avrebbero avvertito lo schianto; automobilisti che transitavano hanno dato immediatamente l’allarme.
All’arrivo dei soccorsi la scena era drammatica. Chiara era già in condizioni disperate, caduta a distanza dal punto dell’impatto. Indossava il casco, ma le ferite riportate sono state troppo gravi. I paramedici hanno tentato di rianimarla, ma senza esito: è morta sul colpo.
Le condizioni del conducente
Il conducente, un ragazzo di 26 anni, marito dell’amica presente alla cena, è stato gravemente ferito. È stato trasportato con elisoccorso al Policlinico San Matteo di Pavia in codice rosso. Le sue condizioni vengono definite gravi, ma non in pericolo di vita. Al momento non è chiaro cosa abbia provocato la sbandata: possibili fattori sono la velocità, lo stato della strada, la presenza del guard rail, o una perdita di controllo improvvisa.
La reazione della comunità e del lutto
Chiara abitava da poco, da due settimane, in un nuovo appartamento a Pavia, recentemente sistemato per accogliere i suoi due bambini. I vicini descrivono una donna attenta, desiderosa di ricominciare dopo una separazione, con progetti per tornare a insegnare nel sostegno, con studi completati e aspirazioni chiare. Per lei la famiglia era tutto.
La madre, medica in pensione, ha parlato tra le lacrime: «Mia figlia era meravigliosa, la sua vita era tutta per loro», riferendosi ai suoi bambini. Il padre era dirigente veterinario. Il dolore è grande non solo in famiglia, ma nel quartiere e nei conoscenti che la ricordano per la sua dolcezza, il suo attaccamento ai figli, ai sogni traditi bruscamente.
Aspetti legali e accertamenti in corso
I carabinieri della Compagnia di Voghera hanno aperto le indagini. Non sono stati coinvolti altri veicoli secondo i rilievi; nessun segno di frenata di auto sulla carreggiata, solo la traccia della sbandata della moto che ha finito la corsa contro il guard rail. Il conducente sarà indagato per omicidio stradale colposo, quando sarà chiaro se ci sono responsabilità specifiche nella perdita del controllo.
La magistratura dovrà anche valutare le condizioni del mezzo, la manutenzione, l’aderenza della strada, le condizioni ambientali al momento (luce, visibilità, traffico). L’autopsia è prevista per stabilire le cause precise del decesso.
Ricordo di Chiara, futuro per i suoi bambini
Chiara lasciava due bambini piccoli, oggi orfani di madre. Aveva progetti di vita che ora restano spezzati. Nelle conversazioni con chi la conosceva, emerge il sogno del corso per diventare insegnante di sostegno, l’amore per la natura e per gli animali, il desiderio di stabilità per i suoi figli.
La vita quotidiana, modesta e vera, fatta di scuole parentali, amicizie costruite tra genitori dei bambini dell’infanzia, momenti condivisi: era un orizzonte che pensava di reinventare dopo un periodo difficile.
Nessuna responsabilità esclusiva, ma troppe domande
Non si può parlare ancora di colpa assicurata. Il conducente, a suo dire, non ricorderebbe nulla: solo lo stridere della moto contro il guard rail, la sbandata. Le condizioni del tratto stradale, la potenza del mezzo, la familiarità con la guida, lo stato di usura dei pneumatici, la luce — erano presenti lampioni? La curva era segnalata? Tutte domande che gli inquirenti stanno raccogliendo attraverso testimonianze, perizie tecniche, rilievi.
Le autorità hanno rilasciato la salma per gli accertamenti legali: l’autopsia chiarirà l’orario esatto della morte, le lesioni primarie, se ci sono fattori esterni che hanno influito.
La morte che scuote: come evitarle
Strade urbane poco illuminate, guard rail non protetti adeguatamente, velocità non adeguata — sono criticità note che emergono quasi in ogni incidente fatale come questo. Serve che enti locali e forze dell’ordine investano nella sicurezza delle strade e nella sensibilizzazione: casco obbligatorio, controlli periodici dei veicoli, percorsi per motociclisti, segnaletica chiara.
Il dolore di una famiglia privata diventa una chiamata per la collettività: i suoi bambini meritano che la tragedia che ha colpito la loro mamma non resti una statistica.