📍 Luogo: Cassina Valsassina
Non fu un’overdose di psicofarmaci a uccidere Margherita Colombo, la pensionata di 73 anni trovata morta nella sua abitazione di Cassina Valsassina, in provincia di Lecco, il 18 novembre 2024. È questa la conclusione a cui è giunta la nuova perizia medico-legale depositata nelle ultime ore e che ribalta completamente la prima ricostruzione dei fatti. La donna sarebbe stata soffocata, come dimostrano inequivocabili segni di costrizione sul corpo. L’unico indagato resta il figlio Corrado Paroli, 48 anni, ex funzionario regionale.
Morta Margherita Colombo – La prima versione: «Le ho dato farmaci per una morte dolce»
In un primo momento, Corrado Paroli aveva ammesso di aver somministrato alla madre un mix di farmaci in una tisana, nel tentativo – a suo dire – di aiutarla a morire in modo indolore, dopo un periodo difficile legato a problemi di salute. Una sorta di eutanasia non autorizzata, secondo la sua versione. Ma gli esiti dell’autopsia smentiscono categoricamente questa tesi: Margherita è morta per soffocamento meccanico e non per arresto cardiaco dovuto ai farmaci.
La dinamica, secondo la Procura di Lecco, è ben diversa: si tratterebbe di un omicidio volontario aggravato, commesso con modalità violente. E ora Corrado Paroli si trova detenuto in carcere con accuse pesantissime a suo carico.
Le motivazioni del gesto: tra crollo psichico e problemi giudiziari
Poche ore dopo la morte della madre, Corrado Paroli era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Lecco, in seguito a un presunto tentativo di suicidio. Aveva dichiarato agli inquirenti di essere travolto da una profonda crisi personale: stava affrontando un’inchiesta giudiziaria per presunti rimborsi irregolari in Regione Lombardia, e al contempo viveva una separazione coniugale difficile.
«L’unico che doveva morire ero io», avrebbe detto durante un colloquio. Ma i nuovi riscontri, secondo gli investigatori, descrivono un quadro ben diverso: la morte della madre non sarebbe stata una conseguenza collaterale di un gesto disperato, ma un atto intenzionale.
Le indagini si riaprono: la scena del crimine sotto nuova luce
Con la nuova perizia, gli inquirenti stanno ora riesaminando ogni singolo dettaglio della scena del crimine. Il corpo della donna fu ritrovato nella sua abitazione senza segni apparenti di violenza, circostanza che aveva inizialmente rafforzato la tesi dell’overdose. Ma ora, con le evidenze dei segni di soffocamento, la scena viene letta in modo completamente diverso.
Anche alcuni oggetti presenti in casa, inizialmente non considerati rilevanti, sono stati nuovamente analizzati alla luce della ricostruzione medico-legale. Gli inquirenti non escludono che ci siano ulteriori elementi ancora non emersi che potrebbero aggravare ulteriormente la posizione dell’indagato.
La comunità di Cassina Valsassina sotto choc per la scomparsa di Margherita Colombo
La notizia ha scosso profondamente il piccolo centro montano, dove Margherita Colombo era ben conosciuta. Descritta da molti come una donna riservata ma gentile, conduceva una vita tranquilla nella sua abitazione. La prospettiva che a toglierle la vita sia stato proprio il figlio lascia attonita l’intera comunità, ora in attesa che venga fatta piena luce su quanto accaduto in quel tragico giorno di novembre.