Omicidio Chiara Poggi nuove tracce DNA, spunta un terzo uomo mai identificato nella villetta di Garlasco: la verità cambia dopo 18 anni
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi e il ritrovamento di nuove tracce di DNA si riaccende a quasi diciotto anni dai fatti. Durante l’incidente probatorio, i periti hanno scoperto elementi genetici maschili su tre reperti finora sottovalutati, aprendo nuovi scenari investigativi che potrebbero riscrivere la storia di uno dei delitti più discussi d’Italia.
I nuovi reperti chiave: DNA maschile e impronta sconosciuta
Nel corso dell’incidente probatorio sono stati analizzati tre reperti centrali. Sul primo, una para adesiva rinvenuta nella villetta di Garlasco, è stata rilevata un’impronta digitale mai attribuita a nessuno degli indagati noti, oltre a tracce di DNA maschile “Y”. Questo risultato porta gli inquirenti a ipotizzare la presenza di un uomo mai identificato sulla scena del crimine.
Il secondo reperto è il tappetino del bagno, già noto per la presenza del sangue di Chiara Poggi, sul quale è isolato anche materiale genetico maschile, seppur in quantità minima ma significativa, suggerendo il contatto di un altro soggetto.
Dubbi sul tampone orale: campione compromesso
Il terzo elemento, un tampone orale raccolto a suo tempo, non ha finora restituito profili utili. Gli esperti ipotizzano che il campione sia troppo degradato o insufficiente per fornire informazioni chiare.
DNA escluso per Alberto Stasi e Andrea Sempio
Il punto più rilevante dell’omicidio di Chiara Poggi riguarda il confronto tra il DNA ritrovato sulla para adesiva e i profili genetici di Alberto Stasi e Andrea Sempio. Entrambi sono esclusi con certezza dalle comparazioni.
Questa scoperta apre all’ipotesi concreta che un terzo uomo sia stato presente nella villetta di via Pascoli, fino ad oggi mai collegato alle indagini o al processo.
Implicazioni investigative: si riapre il caso Garlasco?
La presenza di un profilo genetico maschile sconosciuto sull’oggetto della scena del crimine potrebbe stravolgere tutto ciò che si conosce sull’omicidio. Gli inquirenti stanno valutando l’uso di tecnologie avanzate per ricavare informazioni più complete, anche da tracce degradate dal tempo.
Questo sviluppo potrebbe avere ripercussioni significative sia sul piano giudiziario sia sulla percezione pubblica del caso, alimentando ipotesi di una revisione processuale.