📍 Luogo: Fregerà
È accusata di omicidio aggravato Giada Crescenzi, la trentenne convivente del figlio di Stefania Camboni, la donna di 58 anni trovata morta nella propria abitazione a Fregene, in via Santa Teresa di Gallura. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Civitavecchia, Crescenzi avrebbe agito approfittando di un momento di vulnerabilità della vittima, colpendola a morte nella notte tra il 6 e il 7 maggio. Gli inquirenti contestano le aggravanti della minorata difesa e dell’abuso di relazioni domestiche, ritenendo che la vittima sia stata sorpresa nel sonno e impossibilitata a reagire.
Le ultime ore di vita di Stefania Camboni
La sera prima del delitto, Stefania Camboni aveva cenato insieme al figlio e alla sua compagna, Giada Crescenzi, nella villa di famiglia. Dopo la cena, il figlio della donna si è recato al lavoro presso l’aeroporto di Fiumicino, lasciando le due donne sole all’interno dell’abitazione. Dormivano in stanze separate, situate su due piani diversi. Al mattino, intorno alle 7:10, l’uomo è rientrato a casa e ha trovato l’abitazione in disordine, con la porta e l’inferriata esterna aperte. È stato lui, accompagnato dalla fidanzata, a scoprire il corpo senza vita della madre, coperto con alcuni cuscini nella camera da letto.
I sospetti e le ricerche su Google: un omicidio premeditato?
La svolta nelle indagini è arrivata grazie all’analisi dei dispositivi elettronici di Giada Crescenzi. Sul suo smartphone, gli inquirenti hanno trovato ricerche sospette effettuate la sera precedente al delitto, tra cui «come avvelenare una persona» e «come togliere il sangue dal materasso». Elementi considerati chiave dalla Procura per dimostrare una premeditazione dell’omicidio.
Non meno rilevante è il tentativo di inscenare una rapina o un’aggressione esterna: l’automobile di Stefania Camboni, solitamente parcheggiata all’interno del vialetto, è stata ritrovata in via Agropoli, una strada parallela distante circa 150 metri. Il veicolo aveva il finestrino lato guida abbassato, dettaglio che fa pensare a un tentativo di depistaggio.
I rapporti tesi tra suocera e nuora
Giada Crescenzi, secondo quanto raccontato da alcuni conoscenti e confermato da dichiarazioni raccolte, aveva un rapporto conflittuale con la suocera. Stefania Camboni avrebbe confidato più volte a persone vicine: «Mi vuole portare via mio figlio». Un’affermazione che oggi, alla luce del tragico epilogo, assume un significato inquietante. All’arrivo presso la caserma dei carabinieri, Giada avrebbe parlato genericamente di dissapori, senza entrare nei dettagli.
Attesa l’autopsia sul corpo di Stefania Camboni e l’udienza di convalida
L’autopsia sul corpo della vittima sarà affidata nelle prossime ore. Domani, intanto, Giada Crescenzi comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari, che dovrà decidere sulla convalida del fermo. L’accusa a suo carico è pesantissima: omicidio aggravato da minorata difesa e abuso di relazioni di convivenza.