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Caso Phica.eu, Vittorio Vitiello individuato grazie ai gattini: l’indagine di Alex Orlowski e Wateronmars

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Written by Redazione

3 Settembre 2025

Phica.eu Vittorio Vitiello, individuato grazie ai gattini: l’indagine di Alex Orlowski e del team Wateronmars

Un dettaglio apparentemente innocuo, i gattini, ha tradito l’identità di Vittorio Vitiello, il presunto gestore del sito Phica.eu, accusato di diffondere immagini private e contenuti sessisti. L’esperto di cyberintelligence Alex Orlowski, insieme a Jenny Paita e al giornalista Stefano Vergine di Domani, ha raccontato all’AGI come sia riuscito a risalire al responsabile, condividendo i risultati con la Polizia Postale.

Phica.eu, Vittorio Vitiello tradito dai gattini

“Questa persona, in tutto quello che scriveva, pubblicava sempre dei gattini” – ha spiegato Orlowski. Anche uno dei nickname utilizzati, Bossmiao, confermava la sua passione per i felini. Quando lo scandalo è esploso, la prima cosa che fece fu rimuovere l’immagine del gattino dal profilo Telegram.

I nickname legati a Phica.eu Vittorio Vitiello

Gli investigatori hanno rintracciato anche un altro pseudonimo, Phica Master, connesso all’attività online di Vitiello. Attraverso incroci di dati e accessi digitali, è stato possibile collegare informazioni personali come nome, data di nascita e luoghi di connessione tra Firenze e Arezzo.

L’indagine informatica su Phica.eu

Secondo Orlowski, Vitiello era iscritto con la sua mail a portali pornografici “molto brutti”, in cui le donne venivano umiliate. Le verifiche hanno permesso di stabilire che già dal 2008 fosse attivo come master e amministratore del sito Phica.eu.

Il lavoro di Alex Orlowski e Wateronmars

Orlowski e Paita guidano la società Wateronmars, che collabora con il Parlamento Europeo e con altre istituzioni. Il loro lavoro si concentra sulla formazione dei giovani in materia di social media, disinformazione e manipolazione online, anche attraverso laboratori scolastici.

Una missione contro l’odio online

“Conosco Alessia Morani, tra le vittime – ha raccontato Orlowski – e dalla sua foto ho iniziato a indagare. Per me questa è una missione: dare un’identità a chi alimenta odio online e proteggere le vittime di questi abusi digitali”.

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