📍 Luogo: Napoli
È una vicenda che scuote profondamente la comunità di Villammare, nel cuore del Salernitano, quella che vede protagonista il piccolo Pietro, un neonato di appena nove mesi, attualmente ricoverato in coma all’ospedale Santobono di Napoli con lesioni gravissime su più parti del corpo. Le indagini, coordinate dalla Procura di Lagonegro e affidate ai carabinieri della compagnia di Sapri, stanno cercando di fare luce su ciò che è accaduto al bambino nelle ore precedenti il ricovero.
Interrogata nuovamente la madre del piccolo Pietro in coma a 9 mesi
Al centro dell’inchiesta, nelle ultime ore, è finita nuovamente la madre del bambino, già ascoltata in precedenza. La donna è stata riconvocata come persona informata sui fatti, questa volta presso la caserma di Vibonati, per chiarire alcune incongruenze nelle dichiarazioni fornite in un primo momento. Gli inquirenti stanno valutando ogni elemento utile, anche alla luce del fatto che le lesioni riscontrate sul corpo del piccolo Pietro – fratture alla testa, al femore, alle costole e al collo – non sembrano compatibili con un solo episodio, ma lasciano piuttosto ipotizzare una violenza reiterata nel tempo.
Il lasso di tempo senza testimoni
Particolare attenzione è rivolta a un lasso di tempo di circa un’ora, giovedì scorso, durante il quale Pietro sarebbe rimasto da solo in casa con il compagno della madre. È proprio in quella finestra temporale che, secondo le prime ricostruzioni, il bambino avrebbe riportato le ferite più gravi. Un dettaglio fondamentale, su cui si concentra ora il lavoro degli investigatori, supportato anche dalla visione di filmati e da testimonianze raccolte nei giorni successivi.
Pietro in coma a 9 mesi: un contesto familiare complesso
Emergono elementi che fanno pensare a un quadro familiare complesso e delicato. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire con esattezza l’ambiente in cui il bambino viveva, valutando la possibilità che possa aver subito maltrattamenti in più occasioni. La posizione della madre e del suo compagno è ora al vaglio degli inquirenti, anche se, al momento, non risultano provvedimenti restrittivi nei confronti di nessuno dei due.
Il padre biologico risulta estraneo
Il padre biologico del bambino, che non vive con la madre e il nuovo compagno, non risulta indagato né coinvoltoin alcuna ipotesi di reato. Le autorità mantengono il massimo riserbo, sia sugli sviluppi delle indagini che sulle condizioni cliniche di Pietro, che restano stazionarie ma gravissime. La prognosi è riservata, e i danni cerebrali riportati dal piccolo fanno temere il peggio.
Una comunità sotto choc
Nel Golfo di Policastro, la notizia ha generato sgomento e dolore. La comunità è profondamente colpita e in molti si chiedono come sia potuto accadere un fatto così grave. L’intera vicenda seguita con estrema attenzione anche dai media nazionali, ma la Procura chiede cautela e rispetto per un caso che coinvolge un neonato in condizioni disperate.
Le indagini sono ancora in corso, e si prevede che nei prossimi giorni vengano effettuati nuovi interrogatori, perizie tecniche e analisi più approfondite sul contesto familiare e sulla dinamica degli eventi. Intanto, l’Italia intera resta con il fiato sospeso, sperando in un miracolo per il piccolo Pietro.