📍 Luogo: Saronno
Un dramma familiare si è consumato a Saronno, in provincia di Varese, proprio nel giorno del ballottaggio per le elezioni comunali. Romolo Baldo, pensionato di 86 anni, è stato trovato privo di vita all’interno della villetta dove viveva con il figlio e la nuora. A colpirlo mortalmente, secondo le prime indagini coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, sarebbe stata proprio Elena Pagani, 41 anni, compagna del figlio della vittima, che è stata fermata con l’accusa di omicidio.
Romolo Baldo ucciso a coltellate: la ricostruzione dei fatti
L’omicidio si è consumato nella mattinata di domenica 9 giugno 2025, all’interno di una villetta a schiera alla periferia di Saronno. Secondo quanto emerso, dopo aver colpito a morte il suocero con un coltello, Elena Pagani avrebbe telefonato al suo compagno, il figlio di Romolo Baldo, per confessargli quanto appena accaduto. È stato proprio l’uomo ad allertare il 112.
Quando i carabinieri sono giunti sul posto, hanno trovato una scena agghiacciante: la donna era seduta sul divano, il coltello ancora stretto in mano, con accanto il corpo esanime dell’anziano. Subito è stata portata in caserma dai militari, dove ha iniziato a rispondere alle domande degli investigatori. In serata è arrivata la conferma del fermo a carico della 41enne, che ora dovrà comparire davanti al gip per la convalida.
Un omicidio che scuote la comunità: chi era Romolo Baldo
Romolo Baldo era un uomo molto conosciuto nella zona. Ex operaio, aveva trascorso una vita dedicata al lavoro. Dopo essere rimasto vedovo, aveva trovato nuove passioni nell’orto e nella partecipazione ai centri anziani della città. I vicini lo descrivono come una persona gentile, riservata e molto attiva, sempre disponibile con tutti.
Sulla sua morte aleggia ora un grande mistero. Non risultano, almeno per il momento, conflitti evidenti in famiglia né segnali di tensione pregressi. Secondo quanto riferito dai vicini di casa, non si erano mai sentiti litigi o discussioniall’interno della villetta. «Sembravano una famiglia tranquilla – raccontano – non abbiamo mai udito urla o rumori sospetti».
Il movente ancora da chiarire
Il pubblico ministero Roberto Bonfanti, titolare dell’inchiesta, ha confermato che al momento non si contesta la premeditazione, ma si attendono gli esiti degli approfondimenti investigativi. La donna, che si trova attualmente in stato di fermo, non avrebbe fornito un movente chiaro per l’omicidio. Gli inquirenti ipotizzano che si tratti di un gesto improvviso, scaturito da una lite o da una situazione di tensione accumulata nel tempo, ma ogni ipotesi è ancora al vaglio.
Intanto proseguono i rilievi della Scientifica e gli accertamenti del medico legale di Pavia, che dovrà stabilire con esattezza l’orario e le cause del decesso. Nelle prossime ore sarà fondamentale l’interrogatorio formale di Elena Pagani, che potrebbe fornire elementi decisivi per comprendere la genesi del gesto.