📍 Luogo: Lisbona
La città di Lisbona è sprofondata nel lutto dopo la strage che ha colpito la storica funicolare “Elevador da Glória”. L’incidente, avvenuto ieri pomeriggio, ha provocato 17 morti e decine di feriti. Tra questi c’è anche una cittadina italiana, la ricercatrice Stefania Lepidi, sopravvissuta per miracolo ma rimasta gravemente ferita. Le sue parole, cariche di dolore, restituiscono tutta l’angoscia vissuta in quei minuti drammatici: «Ero sdraiata nel sangue e vdevo tirare fuori i corpi».
Stefania Lepidi, la ricercatrice italiana sopravvissuta
Originaria dell’Aquila, Stefania Lepidi è una ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Si trovava a Lisbona per un convegno scientifico ed aveva deciso di visitare la città insieme al figlio. Al momento dell’incidente, era a bordo della funicolare insieme a decine di altri passeggeri. Il deragliamento, causato dal cedimento di un cavo di sicurezza, ha trasformato in pochi istanti un viaggio turistico in una scena di morte e disperazione.
«Ho visto i soccorritori estrarre i corpi»
Nelle ore successive, ancora sotto shock, Stefania Lepidi ha raccontato l’orrore di quei momenti. «Mi sono ritrovata a terra, coperta di sangue, con intorno il silenzio dei corpi che non si muovevano più. Vedevo i soccorritori che tiravano fuori le persone, una dopo l’altra. Non dimenticherò mai quelle immagini». La donna ha riportato una frattura scomposta al braccio ma è fuori pericolo. Il figlio, che viaggiava con lei, è rimasto miracolosamente illeso.
Il bilancio della strage
L’incidente ha lasciato dietro di sé un bilancio devastante: 17 vittime, tra cui turisti provenienti da diversi Paesi europei, e oltre 20 feriti. Le immagini dei soccorritori al lavoro tra le lamiere hanno fatto il giro del mondo, trasformando la funicolare, simbolo della capitale portoghese, in teatro di una tragedia senza precedenti.
La dinamica dell’incidente
Secondo le prime ricostruzioni tecniche, la tragedia sarebbe stata causata dal cedimento improvviso di un cavo di sicurezza. La funicolare, costruita alla fine dell’Ottocento e modernizzata più volte, ha ceduto durante una delle corse più affollate della giornata. La cabina ha preso velocità incontrollata, finendo contro un edificio lungo il percorso. Saranno le indagini della magistratura a chiarire se la manutenzione fosse adeguata e se ci siano state negligenze.
I segnali di allarme ignorati
Nei mesi precedenti, alcune associazioni locali e sindacati avevano denunciato la necessità di interventi urgenti sulla linea. Denunce rimaste inascoltate, che oggi pesano come macigni sulle spalle delle istituzioni portoghesi. Si discute di un appalto per lavori di ammodernamento annullato poche settimane fa, circostanza che potrebbe aprire scenari pesanti sulle responsabilità.
Il dolore della comunità scientifica
La notizia del ferimento di Stefania Lepidi ha scosso anche il mondo accademico italiano. Colleghi e amici dell’INGV hanno espresso vicinanza e solidarietà, sottolineando il coraggio della ricercatrice e augurandole una pronta guarigione. «Stefania è una professionista stimata, ma soprattutto una donna straordinaria. Saprà rialzarsi anche da questa tragedia», hanno dichiarato i colleghi.
Il cordoglio internazionale
Il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa ha proclamato lutto nazionale. Da Roma, il presidente Sergio Mattarella e il governo italiano hanno inviato messaggi di cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime. «L’Italia è al fianco del Portogallo in questo momento di dolore», ha affermato il ministro degli Esteri.
Il ruolo dell’ambasciata italiana
L’ambasciata italiana a Lisbona si è immediatamente attivata per assistere Stefania Lepidi. Funzionari consolari hanno seguito il suo ricovero in ospedale, garantendo supporto logistico e sanitario. La donna dovrebbe rientrare in Italia nei prossimi giorni, una volta stabilizzate le condizioni.
Indagini e responsabilità
La procura di Lisbona ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Saranno ascoltati i dirigenti dell’azienda che gestisce la funicolare, i tecnici responsabili della manutenzione e i funzionari comunali. L’obiettivo è accertare se la tragedia fosse evitabile e se siano stati commessi errori umani o gestionali.
La città sotto choc
Per Lisbona è un colpo durissimo. L’Elevador da Glória non è solo un mezzo di trasporto, ma un’icona turistica e culturale. Centinaia di cittadini hanno lasciato fiori e candele lungo il percorso della funicolare, trasformato in un memoriale spontaneo. La città intera partecipa al dolore, mentre il turismo vive ore di smarrimento.
Un trauma collettivo
Le testimonianze dei sopravvissuti parlano di urla, panico e scene da incubo. «Era come un terremoto», racconta chi si trovava nelle vicinanze. Alcuni turisti hanno immortalato la scena con i telefoni, ma la maggior parte ha preferito deporre i dispositivi per prestare aiuto.
Il futuro della funicolare
La funicolare è stata posta sotto sequestro. Non sarà riattivata fino a quando non saranno completate le indagini e gli eventuali interventi strutturali. C’è chi chiede la chiusura definitiva e chi, invece, auspica un restauro totale per preservare un patrimonio storico, ma in piena sicurezza.
La voce di Stefania Lepidi
Nelle prossime settimane, Stefania Lepidi continuerà a raccontare la sua esperienza. La sua testimonianza sarà fondamentale anche per le indagini. «Ho visto la morte in faccia. Ma il pensiero che mio figlio fosse accanto a me mi ha dato la forza di non mollare», ha confidato. Le sue parole restano impresse come monito e ricordo.
Un’Italia che si riconosce nella sua storia
Il caso di Stefania Lepidi ha colpito l’opinione pubblica italiana. Non solo per la drammaticità della vicenda, ma anche perché nelle sue parole si riflette il coraggio di chi sopravvive a un trauma indicibile. In un momento in cui l’Europa è chiamata a riflettere sulla sicurezza delle infrastrutture, la sua testimonianza diventa simbolo.
La strage della funicolare di Lisbona resterà impressa come uno degli incidenti più gravi della storia recente del Portogallo. Diciassette vite spezzate, decine di feriti, un Paese in lutto e un’Europa scossa. Tra i sopravvissuti c’è Stefania Lepidi, ricercatrice italiana che con le sue parole restituisce l’immagine di un dolore collettivo. «Ero sdraiata nel sangue e vedevo tirare fuori i corpi», ha detto. Un ricordo che nessuno potrà cancellare, ma che potrà trasformarsi in spinta per la verità e per la giustizia.