📍 Luogo: Roma
Le indagini sul duplice dramma di Villa Pamphili si stringono intorno a un nome: Rexal Ford, 46 anni, cittadino statunitense originario della California. È lui l’uomo fermato il 14 giugno 2025 sull’isola greca di Skiathos, accusato di aver ucciso una neonata di pochi mesi e di aver nascosto il corpo della madre della piccola nel grande parco romano.
Una vicenda che ha scosso profondamente l’opinione pubblica, non solo per la sua crudeltà, ma anche per la serie di bugie raccontate da Ford alla polizia italiana, prima della sua fuga.
Villa Pamphili – La foto che ha innescato le indagini
Tutto è iniziato da una foto, scattata il 5 giugno 2025 da un passante a Villa Pamphili. Nell’immagine, Ford tiene in braccio una bambina con un vestitino rosa, mentre parla con due agenti di polizia. Quello scatto, inviato alla redazione della trasmissione “Chi l’ha visto?”, ha permesso di risalire agli interventi delle volanti che, nei giorni precedenti, avevano già identificato l’uomo.
Le autorità hanno così ricostruito gli spostamenti di Ford e il suo comportamento sospetto nei giorni precedenti al ritrovamento dei corpi della neonata e della donna, abbandonati sotto una siepe di Villa Pamphili e scoperti il 7 giugno 2025.
Villa Pamphili – Le bugie di Rexal Ford alla polizia
Il 20 maggio Ford fermato una prima volta a Campo de’ Fiori, dopo una segnalazione per ubriachezza e lite con una donna. All’arrivo degli agenti, aveva detto di essere un turista americano e di essere il padre della bambina. La donna, che non aveva documenti con sé, sarebbe poi risultata essere la madre della piccola, già morta da giorni quando Ford veniva ancora visto girare per Roma con la bambina in braccio.
Dieci giorni dopo, lo stesso uomo notato al mercato di San Silverio, nei pressi di San Pietro. Il 5 giugno si è poi verificato un altro episodio chiave: Ford, ormai solo con la neonata, cercava di entrare in un hotel con un trolley. Fermato nuovamente, ha detto agli agenti che la moglie era “partita”, fornendo ancora una volta false generalità.
Omicidio Villa Pamphili – La svolta: il fermo in Grecia
Le forze dell’ordine hanno ricostruito un quadro fatto di testimonianze, fotografie, interventi e registrazioni. Grazie a una carta di credito ancora attiva, è stato possibile localizzare Ford in Grecia, dove era arrivato l’11 giugno. Il fermo è avvenuto tre giorni dopo.
Ora gli inquirenti valutano una missione in Grecia per ascoltarlo formalmente e definire le modalità della sua estradizione in Italia, anche se non si esclude un’eventuale consegna alle autorità americane qualora venga presentata richiesta dagli Stati Uniti.
Le accuse: omicidio e soppressione di cadavere
Gli inquirenti italiani contestano a Ford l’omicidio della neonata e la soppressione del cadavere della madre. A pesare su di lui sono “gravi indizi”, come la mancata segnalazione della morte della donna e il suo vagare per Roma con la bambina, senza mai chiedere aiuto o spiegazioni.
Un altro nodo fondamentale sarà sciolto a breve: gli esami del DNA confermeranno o smentiranno se la bambina era davvero figlia di Rexal Ford, o se anche su questo punto l’uomo ha mentito.