“Non sono nessuno per giudicare Ancelotti, allenatore che ha vinto tutto e soprattutto quasi ovunque. Il mister e' abituato a grandi campioni, io gli dicevo sempre che noi avevamo bisogno di essere messi sotto pressione, anche bacchettati se era il caso. Mi rendo conto che la mia e' un'autocritica: siamo professionisti, dovremmo camminare da soli, ma noi forse in quel momento avevamo necessita' di sentire il fiato sul collo. Gattuso esige tantissimo e ci motiva ogni secondo. Con lui mi sono sentito al centro del progetto, mi ha attribuito responsabilita' e fiducia e il rapporto e' autentico, spero di ripagarlo.
Si e' arrabbiato a Bergamo e ci ha avvisati: bisogna dare il 200% in tutte le partite che mancano.
E' un nostro dovere, ma anche un modo per arrivare pronti all'appuntamento con il Barcellona". Titolare nel Napoli, punto fermo anche per Mancini. "Abbiamo un buon rapporto, mi ha dato fiducia. Ma bisogna restare sul pezzo per essere a certi livelli". Da ragazzino si ispirava a Del Piero ("il mio tiro a giro nasce giardando e riguardando le perle di Alex") e mentre Totti lo voleva nella sua scuderia, lui ha fatto altre scelte e ha rotto con Raiola. "Non c'entra il calcio ne', come ho sentito dire, perche' con lui dovevo andar via da Napoli. E' stata una decisione personale.
Napoli è la mia città
Io non ho mai pensato di andar via, giocare nella propria citta' e' il sogno di chiunque. Il futuro? Non dipende solo da me. Vediamo cosa dice De Laurentiis. Sono tranquillo, ho altri due anni di contratto. Tra noi c'e' un confronto autentico e leale. Con qualche scontro, ma come e' normale che sia".
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