NAPOLI. Una città messa a ferro e fuoco da un gruppo di tifosi tedeschi, ai quali non era permesso di partecipare al match. Quella della gara di ieri tra Napoli-Eintracht sta diventando davvero un caso a livello europeo. Non si può accettare una cosa del genere e forse per una volta un Salvini è dalla nostra parte dichiarando: “Questi non sono tifosi, sono criminali. Chissà se in Germania farebbero lo stesso casino”. Certo i napoletani hanno reagito, ma il punto è questo hanno reagito.

E la domanda ricorrente oggi è: cosa ci facevano circa 600 tifosi tedeschi a Napoli se non potevano assistere alla partita? Accompagnati tra l'altro dai tifosi dell'Atalanta, i quali, secondo le ultime ricostruzioni avrebbero addirittura ceduto e venduto i loro biglietti ai supporter provenienti dalla Germania. Insomma se si valuta tutto ciò è più che chiaro che era tutto organizzato e che lo sport non c'entrava nulla, ma si voleva colpire la città, creare casino a Napoli.

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Lo scrittore tifosissimo del Napoli, Maurizio De Giovanni giudica quanto accaduto come

"Un'invasione. La colpa primaria per me è consistita nel fatto che quei delinquenti siano partiti dalla Germania".

C'è stato un vero e proprio "Cortocircuito - come dichiara all'AdnKronos - Mi chiedo come sia possibile che 600 delinquenti, sicuramente censiti e noti alle forze dell'ordine tedesche, siano partiti impunemente prendendo contatti con frange delinquenziali di tifoserie italiane per fare un'azione militare senza che nessuno si ponesse il problema di chi fossero e di dove stessero andando.

Mi chiedo - incalza ancora lo scrittore - perché siano stati lasciati partire, perché è stato fatto in modo che arrivassero tranquillamente a Napoli senza biglietto, in un plotone completamente allineato, come in un'azione militare".

"Sono arrivati - aggiunge - nella condizione di proibizione di vedere la partita. Mi chiedo cosa non abbia funzionato tra le forze dell'ordine italiane e quelle tedesche, dove sia mancata la collaborazione e perché si sia creata questa circostanza. Sapevamo da giorni che sarebbe successo ciò che si è verificato ieri pomeriggio, così come sapevamo dei contatti con la tifoseria dell'Atalanta con cui queste persone sono gemellate. Ditemi se si sono incontrate casualmente all'aeroporto".

E ancora aggiunge:

"Ieri ero allo stadio e devo dire che non si è registrato alcun disordine. E' stato tutto tranquillo, sereno, senza nessun problema. E' stata una bellissima serata di sport e il Napoli ha dato vita ad una manifestazione di superiorità schiacciante, siamo tutti molto lieti di questo".

Il calcio, sostiene, con gli scontri che hanno devastato ieri la città "Non c'entra nulla. Ascrivere al gioco e alle tifoserie questi eventi è sbagliato in linea di principio".

Coloro che hanno devastato il centro storico "Sono delinquenti che cercano l'occasione per esserlo. Sono come i Black Bloc al G7 di Genova. E' come se noi incolpassimo il G7 dei disordini che avvengono a margine del suo svolgimento. Come se noi incolpassimo gli ambientalisti delle azioni contro l'ordine pubblico e contro i monumenti".

"Sono delinquenti che cercano l'occasione per lo scontro. Il calcio, che è una grandissima occasione sociale di incontro, offre terreno fertile per questo tipo di violenza. Ma se ci fosse il baseball o il golf sarebbe la stessa cosa. Sgombriamo quindi il campo da equivoci perché queste sono cose che avvengono lontano dai campi di gioco e in maniera incongrua con il calcio stesso. Non diamogli colpe che non ha".

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