Val di Susa - Una attivista No Tav è rimasta ferita al volto a San Didero, in provincia di Torino.
Questo durante la dimostrazione di ieri sera nei pressi del cantiere del nuovo autoporto.
Le lesioni all'attivista sarebbero dovute al lancio di un lacrimogeno
Lo riferiscono fonti del movimento e della Valle di Susa. La donna, di circa trent'anni, sarebbe stata portata in un ospedale a Torino.
Le sue lesioni sono definite "gravi" dai militanti, che attribuiscono il ferimento "al lancio di un lacrimogeno" da parte delle forze dell'ordine.
Nel corso della dimostrazione erano stati esplosi dei fuochi artificiali con l'obiettivo - affermano - di "salutare" i sei attivisti rimasti nel presidio No Tav all'intero dell'area cantierabile.
Il sindacato della polizia intanto insorge: "I no tav stanno facendo di tutto per far scappare il morto"
"Il movimento No Tav sta facendo di tutto per far si' che in Val di Susa ci scappi il morto: non si tratta nemmeno piu' di manifestazioni violente ma di veri e propri tentativi di omicidio. E' una vera e propria follia".
Lo dichiara in una nota il segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, Domenico Pianese.
La polizia nel frattempo si difende e chiede aiuto a tutte le forze politiche
"Dopo le bombe carta, gli artifizi pirotecnici utilizzati come proiettili contro le Forze di Polizia, i massi e le biglie di acciaio, si e' arrivati addirittura a posizionare cavi di acciaio tesi sull'autostrada che avrebbero potuto provocare perfino la morte di qualcuno - dice Pianese -.
Questi atti di barbara guerriglia devono essere fermati con decisione e dovrebbero trovare unanime condanna da parte di tutte le forze politiche".
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