C'è la svolta nelle indagini circa l'attentato del centro per l'impiego in Campania ad Avellino. A fare luce sulla vicenda è la Dda di Napoli che ha competenza anche in materia di terrorismo.
La svolta
Per l’esplosione dell'ordigno al Centro per l’Impiego di Avellino nel maggio scorso si attendono gli esiti di una perizia disposta sul computer sequestrato all’unico indagato.
Tuttavia, l’esame, richiesto dalla procura, serve per analizzare i dati, anche quelli cancellati, nel portatile di un ingegnere 61enne incensurato che fu individuato poco dopo l’attentato grazie alle immagini dell’impianto di videosorveglianza.
L’uomo fu visto uscire da una Mercedes Classe A, poi sequestrata assieme anche ad alcuni documenti trovati nell’appartamento del professionista. Non e’ mai stato definito il movente dell’episodio registrato il 21 maggio scorso, ma sotto la lente degli inquirenti alcune discussioni via internet dell’ingegnere indagato con gruppi anti governativi.
La vicenda
Esplosione nella notte in via Pescatori ad Avellino. La deflagrazione è avvenuta al piano terra del palazzo che ospita il centro per l’impiego. Un ordigno, probabilmente una bomba carta, è esplosa verso le 23,45.
In particolare, Vigili del fuoco e carabinieri sono tempestivamente arrivati sul posto. Le persone residenti nella zona, nei numerosi stabili intorno al centro, si sono riversate in strada, spaventate per l’esplosione. Fortunatamente non ci sono feriti. Ma sono ingenti i danni.
La deflagrazione è stata potentissima. La vetrina laterale del centro si è sbriciolata. I rilievi sono andati avanti per ore. La zona è stata, così, cinturata per consentire ai caschi rossi di effettuare verifiche accurate sullo stabile mentre i carabinieri hanno raccolto ogni elemento utile per le indagini.
Intorno alle 3.30 si sono concluse le operazioni. Ora si cercano filmati della videosorveglianza, pubblica o privata, presente in zona, per poter ottenere elementi utili alle indagini. Fonte: Ottopagine
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