La Superlega è il trend assoluto su Twitter. Da ieri sera, quando è stata resa nota la notizia della nascita di questo torneo che vedrà impegnati i top club europei, è scoppiata la polemica sulla decisione non proprio in linea con i valori dello sport.
Superlega, è caos in Europa
Milan, Inter e Juventus rientrano nel gruppetto di società calcistiche fondatrici della Superlega. Una sorta di campionato esclusivo per i club più ricchi del calcio europeo. Un progetto che, qualche tempo fa, affascinava lo stesso presidente del
Napoli, Aurelio De Laurentiis.
La società partenopea, al momento, però non rientra nelle top 20 che daranno vita a questo nuovo torneo di calcio. Non senza incontrare le proteste di addetti ai lavori, giornalisti ma soprattutto tifosi, per cui il calcio deve rimanere tale e non finire per essere contaminato da dinamiche di marketing.
Il mondo del calcio, uno dei settori che muove più soldi in assoluto, ha subito una contrazione a causa dell'emergenza Coronavirus. Ed i club hanno dovuto far fronte ai cali di fatturato, dovuti alla mancata vendita dei biglietti ed alla crisi economica che attanaglia gli sponsor.
La mossa dei 12 club fondatori sembra, appunto, un tentativo per recuperare soldi, accaparrandosi sponsor, diritti tv e premi di partecipazione in maniera autonoma, senza che tali introiti possano essere gestiti dalle varie federazioni nazionali.
Superlega, parla il premier Draghi
Come si legge su "Corriere della Sera", il premier Mario Draghi è intervenuto, dicendo la sua sulla questione:
"Il governo segue con attenzione il dibattito intorno al progetto della Superlega calcio e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport".
Un pensiero che fa trasparire la necessità di non rendere il calcio uno sport esclusivo, non limitarne la portata soltanto ai club che hanno più disponibilità economica. Favorendo la narrazione di Davide contro Golia ogni volta che piccole squadre sfidano sul campo i grandi colossi del calcio.
L'impressione è che, per usare il gergo sportivo, la partita sia soltanto all'inizio. Il terremoto che rischia di cambiare la storia del calcio recente sarà ancora oggetto di discussione tra tifosi, addetti ai lavori, giornalisti, appassionati di sport ed istituzioni.
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