“Non esiste solo il Coronavirus”
Milioni di italiani si sono visti annullare migliaia di controlli relativi a patologie come tumori, problemi cardiaci e ortopedici. Il COVID-19 ha congelato qualsiasi tipo di screening, per tre mesi, a causa dell'emergenza sanitaria che ha attanagliato il nostro Paese. Per questo, si ipotizza che l'emergenza CORONAVIRUS avrà ripercussioni anche sui rischi di cancro.
Qualcuno difatti, ha posto il problema che potrebbe diventare serio nei prossimi mesi.
"Ha ritardato tutti i programmi di screening. Quelle attività che hanno come obiettivo di intercettare i tumori al loro inizio. Probabilmente, nei prossimi mesi, quando riprenderanno, ci troveremo di fronte a un numero più grande di casi avanzati, meno curabili e meno guaribili".
Lo spiega Giuseppe Curigliano
Direttore della Divisione nuovi farmaci allo Ieo, l'Istituto europeo di Oncologia a Milano e professore di Oncologia medica all'Università. "Il fatto di avere un tumore rappresenta un fattore di rischio che rende più grave l'infezione da COVID-19", spiega Curigliano citando gli studi realizzati sul tema e sottolineando la necessità, per il futuro, di un potenziamento della medicina territoriale, i family doctors, come li chiamano gli anglosassoni. I nostri medici di medicina generale. Quelli che dovrebbero intercettare i segnali di malattia, inviare i pazienti allo specialista, ma poi riprenderseli in carico quando devono seguire le terapie".
L'esperto ha aggiunto:
"Secondo lo studio Teravolt, pazienti con tumore polmonare e coronavirus hanno avuto un'elevata percentuale di mortalità: uno su tre è deceduto, anche perché il coronavirus ha come bersaglio principale i polmoni. Il fatto di avere tumori, anche di altri tipi, può avere condizionato l'accesso alle terapie, che sono state riservate a chi aveva più possibilità di sopravvivenza. La gestione di tutti gli altri tumori, secondo lo studio CCC2019, è, invece, dipesa da condizioni oggettive: è andata meglio dove il Covid ha colpito meno".(IlMeteo)
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