NAPOLI. Una tragica vicenda che va ad unirsi a tantissime altre accadute in Campania dagli inizi della pandemia. “Era in isolamento domiciliare per la zona rossa Covid nel campo rom di Secondigliano la mamma di 32 anni morta alcuni giorni dopo il parto prematuro.
I suoi familiari volevano trasportarla in auto verso l’ospedale, ma sono stati fermati all’ingresso del campo. Adesso chiediamo sia fatta luce su eventuali ritardi”.
Questo il drammatico post della pagina Facebook Chi rom e chi no. La donna, secondo quanto appreso, sarebbe deceduta a seguito di un malore, alcuni giorni dopo il parto cesareo. La bimba è sopravvissuta e sarebbe ancora in incubatrice.
Zona rossa Napoli, cosa è accaduto
La mamma che si trovava al campo rom avrebbe accusato dei malori e sarebbe svenuta. Il personale del 118, accorso sul posto, ha tentato di salvarla con la rianimazione e ne ha disposto il trasferimento in ospedale.
Qui però i medici non hanno potuto fare nulla, la donna è morta poco dopo. L'associazione per i diritti dei rom, adesso, chiede sia fatta luce sull'intera vicenda.
“A Secondigliano -scrive Chi rom e chi no – muore una giovane mamma rom di 32 anni che aveva dato al mondo un bambino. Dopo 8 mesi di gestazione il piccolo nasce prematuro.
Dopo 3 giorni tornano nella loro casa ma la mamma non si sente bene. Sono rom e vivono nel campo comunale della Cirvumvallazione Esterna di Napoli, zona Rossa.
A loro è “fatto obbligo di isolamento domiciliare, con divieto di allontanamento dalle proprie abitazioni, fatte salve esigenze sanitarie o connesse all’acquisizione di generi di prima necessità”, come recita l’ordinanza di De Luca”.
“I suoi familiari allora decidono di trasportarla in auto verso l’ospedale, ma vengono fermati all’ingresso del campo”. A questo punto, secondo Chi Rom e Chi no, la donna sarebbe scesa dall'auto “per pregare gli agenti di lasciarla andare all’ospedale”. E sarebbe svenuta.
Da qui, la chiamata al 118, sopraggiunto con l'ambulanza, che ha poi portato la 32enne in ospedale dove è stata accertata la morte. “Ci auguriamo che presto sia fatta luce su questo drammatico episodio – conclude l'associazione – che ha scosso l’intera comunità. Con profonda amarezza e con tanta rabbia, ancora una volta vogliamo dirlo forte: restiamo umani”.
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