Riaperture - "Attenzione, non è il liberi tutti". Così la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini in un'intervista ala Corriere della Sera a proposito delle riaperture.
"I dati della relazione che il Comitato tecnico scientifico ha fatto in cabina di regia ci dicono che abbiamo conquistato degli spazi di libertà, da gestire con grande prudenza.
Riaprire tutto in maniera graduale, per non tornare più indietro
Draghi ha parlato di rischio calcolato per tre fattori, l’espansione della quota di popolazione anziana e fragile vaccinata, gli effetti delle misure e l’arrivo della bella stagione".
Il ministro aggiunge, "per ora il coprifuoco alle 22 è giusto, dobbiamo procedere con gradualità evitando movida e assembramenti".
"La scelta di privilegiare le attività all’aperto è legata alle minori probabilità di contagiarsi. L’alternativa era tenere chiuso.
Si parte così e poi da giugno, se i contagi continueranno a scendere e le vaccinazioni a salire, siamo pronti ad aprire tutto anche al coperto, dai ristoranti, alle palestre", prosegue Gelmini che alla domanda se le riaperture ad aprile siano una vittoria di Salvini e una sconfitta di Speranza risponde "no, hanno vinto gli italiani e tutte quelle donne e quegli uomini del Servizio sanitario nazionale, della Protezione civile, dell’esercito e delle forze dell’ordine che si stanno prodigando per vaccinare.
Venerdì abbiamo sfiorato le 350mila dosi". La soglia delle 500mila dosi giornaliere sarà per "fine aprile, ci arriviamo".
"Questa è una vittoria di chi ha voluto un governo che superasse le fratture tradizionali.
Il merito del centrodestra è aver acceso i riflettori sulle categorie più colpite dalla pandemia e ottenuto 60 miliardi di scostamento per le imprese e gli autonomi", rimarca la ministra.
Salvini nel frattempo chiede maggiori riaperture e l'eliminazione del coprifuoco
"Chiedo di estendere le riaperture dei locali anche al chiuso e l'eliminazione del Coprifuoco alle 22".
Ad affermarlo, in un'intervista al 'Corriere della Sera', è il leader della Lega, Matteo Salvini."
"Entro la metà di maggio. Bisogna ritornare alla normalità, con buona pace di alcuni sciagurati del Pd, come l'ex ministro Boccia, aggiunge il leader della Lega.
Di avviso completamente diverso il professor Crisanti che chiede attenzione
"Purtroppo l'Italia è ostaggio di interessi politici di breve termine, che pur di allentare le misure finiranno per rimandare la ripresa economica".
Così Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia a Padova, in un'intervista a La Stampa.
"Da settimane viaggiamo tra i 15 e i 20 mila casi al giorno: un plateau altissimo, che non consente di progettare riaperture", aggiunge, "la decisione è stata presa e il governo se ne assumerà la responsabilità.
L'unica sarebbe potenziare la vaccinazione, ma tra forniture, disorganizzazione e diffidenza verso AstraZeneca pare difficile superare quota 350mila".
"Sento parlare di rischio calcolato, ma come? Di calcolato vedo ben poco e il vero rischio è giocarci l'estate. Allora diciamolo chiaramente: la scommessa è riaprire ora per vedere se a giugno dobbiamo richiudere tutto", rimarca Crisanti, "il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, ieri è stato diplomatico, mentre io che non ho vincoli lo dico chiaramente: riaprire ad aprile è una stupidaggine epocale". L'immunità di gregge "penso che la sfioreremo soltanto.
Bisognerebbe vaccinare 40 milioni di italiani entro l'autunno, senza contare i giovani e i dissenzienti, e poi ci sono le varianti, il problema della durata dell'immunità, i richiami...", prosegue, le isole Covid-free "hanno molto senso turistico e qualche senso sanitario. Per non fare entrare davvero il virus però bisogna fare i tamponi prima e dopo e quarantene di 5 giorni".
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