I precari a casa e la scuola ha riaperto i cancelli appena due giorni fa, anche se in molte Regioni la riapertura è stata posticipata al 24 di corrente mese.
Scuola per i precari.
Il Ministro dell'Istruzione Azzolina, aveva promesso che ad inizio anno scolastico non ci sarebbero state cattedre vuote, tra assunti a tempo indeterminato e determinato.
Risultato? Ad avvio anno scolastico, circa 60.000 cattedre scoperte, i Concorsi non sono ancora partiti e gran parte dei precari sono ancora a casa.
I vani propositi del Ministro per i precari nel mondo scuola.
Non più di due anni fa, il Ministro Lucia Azzolina, indicava tra gli intenti di partito, quello della stabilizzazione dei precari, vanificandone la promessa una volta adagiate le politiche terga sugli scranni ministeriali. Non solo. In uno stato d'emergenza, causa CoVID 19, piuttosto che stabilizzare i precari, causa impossibilità di dare avvio alle procedure concorsuali, ha pensato bene di istituire nuove tipologie di Graduatorie, aggiungendole a quelle già esistenti, complicando ulteriormente le procedure di assunzione a tempo determinato per le supplenze. Tutto questo è avvenuto senza alcun confronto con i sindacati e con l'avallo di una maggioranza che, pur consapevole della situazione, piuttosto che contrastarla, ha lasciato via libera ad ogni nefandezza, partorita fino a questo momento.
Gli intenti mancati.
Non più di due anni fa, si interrogava su come lo Stato potesse preparare personale specializzato per tre anni, riferendosi ai precari, per poi licenziarlo, paragonandolo ad un imprenditore, piuttosto che assumerlo a tempo pieno:
“Io vorrei capire, quale imprenditore forma il suo personale, per 36 mesi, magari lo forma anche bene e poi, dopo, - anche quando ne ha bisogno, attenzione! – lo licenzia. Gli dice: No, sai, prendo un altro e dopo 36 mesi, licenzio pure quello. No, ditemi se ha senso?! In barba – attenzione! – in sfregio a qualsiasi concetto di continuità didattica. Noi abbiamo studenti che cambiano insegnante in continuazione e qui il Movimento 5 Stelle interviene, quando dice: Bisogna che ci sia continuità didattica, dopo Silvia ce lo spiegherà bene…" indicando la collega seduta al suo fianco, per poi continuare.
Cosa è stato fatto per i precari in questi anni? Niente!
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Per i precari? Cosa è stato fatto in questi anni? Da una parte con sto comma 131, che ti licenzia dopo 36 mesi; dall’altro è stata, per anni, ribadita una bufala (?) di quello che è l’organico di diritto – i famosi posti su cui si può assumere di ruolo un insegnante – fosse tanto diverso dall’organico di fatto, cioè, i cosiddetti contratti al 30 Giugno. Allora perché spesso si assumo insegnanti al 30 di Giugno od anche gli ATA? Facilissimo! Cioè non perché non ci sia bisogno di quell’insegnante a tempo indeterminato, o di quelli ATA, ma perché non gli paghiamo Luglio e Agosto! Sono due mesi di risparmio per lo Stato pubblico, che è andato avanti così.
Organico di fatto ed organico di diritto.
Poi, improvvisamente, arriva qualche Ministro che dice: Ma sì! Trasformiamo un 20/30 mila posti dell’organico di fatto in organico di diritto!. Improvvisamente diventano cattedre da dare di ruolo, mentre prima non lo erano. E così abbiamo avuto docenti e personale ATA, che per anni sono rimasti precari, al 30 di Giugno, riassunti al primo di Settembre, sempre nella stessa scuola, magari. Sono stati fatti dei ricorsi in merito a questo, la Corte di Cassazione si è pronunciata, con la sentenza 22552 del 2016 e ha detto : Sì! Il problema è anche economico, quindi chi è stato assunto di ruolo, ormai tutto l’abuso è stato sanato, per il resto, invece, eventualmente, diamo un risarcimento… economico”.
Le amnesie del Ministro Lucia Azzolina.
Ad oggi il Ministro dell’Istruzione, presupponiamo, abbia avuto qualche amnesia, non avendo tramutato in fatti quel proposito.
Non solo, nelle graduatorie istituite i punteggi accumulati in anno di supplenze, risultano errati e non v'è possibilità di farli correggere, se non appellandosi al TAR e quindi intentando ricorsi contro il Ministero, che probabilmente faranno comodo al Ministro. Si tratta di circa 40.000 inserimenti sbagliati, che lei definisce
"piccole criticità", senza rendersi conto che tutto questo stravolga la vita delle persone e delle loro famiglie.
Ricorsi al TAR.
E a tutto questo si potrebbe ovviare solo intentando ricorsi al TAR, attraverso i Sindacati o studi Legali, che spesso sono a loro affiliati. E qui la pulce non può non saltare all'occhio, poiché il Ministro militava in Anief (che ad ogni pie' sospinto, suggerisce ed intenta ricorsi). Ella stessa ha dichiarato di aver collaborato
“dal febbraio 2014 ad oggi” con lo studio legale dell’avv. Giovanni Rinaldi di Biella. Essendo dipendente pubblica/insegnante, per le leggi in materia qualsivoglia collaborazione con soggetti ed enti privati deve intendersi solo in maniera
“occasionale” e
“saltuaria”, con l’espresso divieto di rapporti di lavoro subordinato.
Studio Legale Rinaldi.
Nel sito internet dello studio
Rinaldi si fa un riferimento esplicito a collaborazioni con l’odierna Ministro, per alcuni seminari formativi svolti in provincia di Agrigento nel settembre 2014 dall’ANIEF. Ops! Che casualità! Ma non è la stessa organizzazione sindacale con cui Lucia Azzolina ha operato per alcuni anni in Lombardia e Piemonte? Di contro le cronache politiche riportano innumerevoli iniziative svolte dal duo Rinaldi-Azzolina.
Coincidenze o conflitto di interesse?
Troppo le coincidenze, considerando che anch’egli sia originario della Sicilia e consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Biella dal 2014 al 2019. Tra i più arditi sostenitori della Campagna elettorale che ha consentito al Ministro di divenire parlamentare. Lei stessa, già quando era sottosegretaria, si è spesa a favore di Giovanni Rinaldi, candidato (perdente) all’ultima elezione per la scelta del sindaco di Biella. Dulcis in fundo? Sorpresa! Nello staff dello studio legale Rinaldi compare comunque la sorella di Lucia Azzolina, Rossana Azzolina, sostenitrice del Movimento. Come potrebbe tutto questo lasciare indifferenti precari e mondo politico? C'è da dire che se il mondo politico lascivamente piega la testa, i precari ancora resistono!
Ritorno al passato.
Ad oggi, 15 Settembre 2020, non sono stati pubblicati tutti gli elenchi del contigente scolastico destinato alle supplenze per i posti comuni di primaria e infanzia su molte bacheche degli ambiti territoriali provinciali, né è stata resa nota con quale modalità avverranno le convocazioni. Accade, però, che in attesa di convocazione dalle Graduatorie provinciali, stiano convocando i supplenti dalle vecchie Graduatorie di Istituto, seppur siano decadute.
Non solo, non avendo delucidazioni univoche da nessuno, Sindacati compresi, per la nuova clausola di declassamento o di cancellazione dalle Graduatorie, ansie e panico di certo non mancano, anzi.
Futuro e diffidenza.
Alla luce di tutto questo, non avendo direttive condivise, si guarda al futuro prossimo con estrema incertezza. Possiamo anche aggiungere la diffidenza per le convocazioni da Graduatorie di Istituto, da quest’anno destinate a supplenze brevi, che saranno affidate alla discrezionalità dei Dirigenti Scolastici. Questo riporta la scuola indietro nel tempo di almeno dieci anni. Come se non bastasse, le preoccupazioni aumentano, se si tiene conto anche di nuove tipologie di Contratto, per “personale covid”.
Cavatappi per COVID!
Già!
Se i supplenti, normalmente, vengono utilizzati come tappabuchi, possiamo parlare di una vera e propria evoluzione per i
“Contratti covid”, che surclassano quelli a T.D.
Da quest’anno avremo anche gli insegnanti usa e getta, per cui non è prevista nessuna tutela.
Anche questo lancia l’ennesima spada di Damocle sulla testa dei precari, poiché sì tratta di contratti temporanei, che si intenderanno risolti in caso di sospensione delle attività didattiche in presenza, per giusta causa e senza diritto ad alcun indennizzo. Stiamo parlando di persone che, spesso e pur di lavorare, si inseriscono in graduatorie a km di distanza da casa, lasciando le proprie famiglie o bambini piccoli. Affrontano spese non indifferenti e si ritrovano sempre con un pugno di mosche. Di contro, chi resta nella propria città, pur consapevole di essere in graduatorie con altre 11.000 persone, rischia di non lavorare affatto o di farlo per pochi giorni all’anno.
Le proteste dei numeri primi.
Alcune
insegnanti, per queste ragioni e molte altre, hanno cominciato da qualche giorno lo sciopero della fame, mentre altre hanno organizzato un flash mob il primo giorno di scuola.
Le prime con bilance alla mano, hanno girato filmati in cui dichiaravano il loro peso e l’inizio dello sciopero. Le seconde hanno immortalato il primo giorno di scuola, in attesa di un incarico mancato, sostituendo alle cattedre le tavole da pranzo ed il materiale scolastico con la colazione che avrebbero consumato da sole, tristemente in casa. Altre ancora, che non hanno presentato la domanda per partecipare al prossimo Concorso, avendone superati altri in passato, senza venir mai assunte.
Il colpo di grazia.
Non riuscendosi più a spiegare perché indirne altri, quando per le assunzioni si potrebbe attingere dalle Graduatorie di Merito del 2016 e del 2018, non ancora esaurite. E già!
Per non parlare di milioni di insegnanti che dopo anni di servizio da precari, si vedranno soffiare il posto da neo-laureati che a scuola non ci hanno mai messo piede.
Purtroppo, non ci si spiega più che senso abbia sacrificarsi, per uno Stato che calpesta la dignità di chi è ritenuto idoneo all’insegnamento a tempo determinato e non per ricoprire incarichi a tempo indeterminato. I precari sono stanchi, avviliti e spesso demoralizzati. Provano a tener duro, perché per molti è passione, vocazione o semplicemente la vita che hanno scelto. Una scelta che, a quanto pare, non ripaga quasi mai.
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