De Luca chiude le scuole, ma la Campania non ci sta e arriva il ricorso al Tar. Un gruppo di magistrati, notai, avvocati e giuristi napoletani hanno presentato ricorso al tar in merito all'ordinanza emessa dal presidente della Regione Vincenzo De luca che stabiliva la chiusura delle scuole.
Nonostante il parziale dietrofront, non ci si ferma in Campania
Il Tar della Campania ha chiesto alla Regione di depositare gli atti e la nota dell'Unita' di crisi richiamati nell'ordinanza n. 79 avente ad oggetto "Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19".
I giudici, sulla base degli atti che presentera' la Campania, valuteranno il possibile annullamento delle disposizioni che impongono la chiusura delle scuole.
La decisione
E' stata assunta alla luce di un ricorso presentato al Tar da un gruppo di cittadini "nell'interesse dei figli minori": la didattica a distanza, secondo i ricorrenti, impedirebbe ai genitori di svolgere l'attivita' professionale, dovendo assistere i propri figli a casa, e lederebbe il diritto all'istruzione dei figli stessi.
La Regione ha tempo fino alle ore 10 di lunedi' 19 ottobre per presentare quanto richiesto dal Tar campano.(Ren)
Anche Salerno si ribella allo sceriffo
"Ora basta, giu' le mani dei bambini". Sono queste le frasi che campeggiano su sedie e banchetti portati in piazza Amandola, a Salerno, davanti la sede della Prefettura, dove e' in corso un presidio di genitori che "intendono rimarcare l'illegittima chiusura a tappeto delle scuole della Campania decisa dal presidente De Luca".
"Vogliamo solo - spiegano alcune mamme - che i nostri figli possano vivere il proprio percorso educativo, compatibilmente con le restrizioni imposte dalle disposizioni anti-Covid.
Ma per loro sarebbe troppo rinunciare alla didattica in presenza. Soprattutto per i bimbi piu' piccoli e' necessario il contatto umano con i propri maestri.
Durante il lockdown tutti abbiamo fatto uno sforzo enorme. Ma ora non siamo piu' disposti a costringere i nostri figli a questi sacrifici".
"Mio figlio - aggiunge un'altra mamma - ha la fibrosi cistica. Avevo paura di mandarlo a scuola, sono molto piu' preoccupata ma ho visto che nella sua scuola si sono attrezzati per fare tutto in sicurezza. La scuola e' il posto piu' sicuro, anche rispetto alla stessa casa".
"Ci sono - ribadisce un papa' - mobilitazioni in tutta la regione. E' un movimento spontaneo per la difesa della scuola che vogliamo difendere fino in fondo. Qui e' in gioco il futuro dei nostri figli". (ANSA)
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