La domanda che sempre più spesso dobbiamo porci è: La scuola è sempre inclusiva? è capace di includere nelle sue attività e nella sua vita quotidiana proprio tutti? Sembrerebbe di no
E' quello che si sta verificando in molte scuole: alla richiesta di organizzare piccoli gruppi eterogenei in classe con l'alunno disabile, la risposta è spesso no
In alcuni casi, i genitori segnalano la scuola ai sindacati scuola.
E la scuola puntualmente risponde chiedendo scusa. Ma "per finta".
Prendiamo il caso di un istituto romano, a un passo dalla denuncia.
Da una parte il dirigente scolastico, che fatica a realizzarla, a conciliarla con quella pandemia che ha trasferito, quasi ovunque, la scuola in casa.
Dall'altra i genitori degli studenti con disabilità, che chiedono che sia rispettato il diritto dei figli: andare a scuola e non da soli, ma con un gruppo ristretto di compagni.
La scuola inclusiva che non c'è
Al centro c'è una circolare, la n. 662, con cui il ministero dell'Istruzione ha nuovamente invitato a realizzare una "effettiva inclusione", tramite appunto l'organizzazione di una frequenza in piccoli
gruppi, laddove ci sia un compagno con disabilità.
Nella maggior parte dei casi, l'inclusione resta una bella parola stampata su una circolare che tutti i dirigenti conoscono. Ma che pochi mettono in pratica.
Ci sono però genitori che non si fermano di fronte a un no, che in questa partita per l'inclusione vogliono giocare il proprio ruolo fino in fondo.
Emblematico quanto sta accadendo ad esempio nell'IC Piersanti Mattarella di Roma.
Si richiede una presenza più inclusiva per tutti gli studenti
Alla richiesta di "presenza inclusiva" per i figli con disabilità insieme ad alcuni compagni di classe che ne avevano fatto richiesta, i genitori si erano visti rispondere, con un post su Facebook:
"
organizzare la turnazione di piccoli gruppi di alunni comporterebbe un aumento del rischio: avrebbe incrementato la mobilità cittadina di piccoli e grandi, avrebbe esposto gli alunni a
ulteriori contatti con l'esterno, avrebbe aumentato ogni probabile rischio."
Abbiamo avuto e abbiamo tuttora docenti in quarantena, classi intere in quarantena, siamo in contatto continuo con le autorità sanitarie.
Ragion per cui le nostre scelte educative hanno voluto contemperare i bisogni dei nostri alunni più fragili con il diritto alla salute costituzionalmente garantito e altrettanto prioritario.
Tanto più che la modalità dell'alunno da solo, con l'insegnante di sostegno che spesso arriva da lontano, in un'aula piena di banchi vuoti, si era rivelata desolante per i ragazzi di questa "scuola
speciale".
Così, di fronte alla negazione di un diritto dettato dal buonsenso e negato in nome di difficoltà che altre scuole stanno superando, i genitori hanno deciso di non arrendersi.
Scrivendo una lettera firmata non solo dai genitori dei ragazzi con disabilità ma anche di tutti coloro che sostengono questa battaglia per l'inclusione.
La lettera dei genitori per l'inclusione, e la relativa risposta
La risposta è arrivata, nuovamente, tramite un post su Facebook, in cui sono stati pubblicati anche i nomi dei genitori firmatari della lettera.
"una risposta dai toni sarcastici" che ha aperto una ferita profonda nella relazione tra la dirigenza e le famiglie.
La risposta
"
Apprendiamo con molta tristezza la vostra segnalazione agli organi di competenza dei 'disagi' che la nostra scuola sta provocando
'nei confronti dei bambini con disabilità riconosciuta e BES'.
Vi chiediamo scusa per tutto quello che non siamo stati in grado di fare in questi difficilissimi mesi, perché sicuramente tutto poteva essere svolto in un modo migliore di come è stato fatto.
Chiediamo scusa se c'è una pandemia in atto che ci ha visti costretti a modificare, dal giorno alla notte,
il nostro modo di fare e vivere la scuola: vivere sì, perché la scuola è anche vita quotidiana insieme ai vostri figli!
Vi chiediamo scusa se con la tenacia, che la nostra professione di cura ci conduce a fare, abbiamo recuperato uno per uno ogni nostro alunno,
talvolta con insistenza, con ostinazione, rischiando anche di apparire fastidiosi"
Vi chiediamo scusa se abbiamo dovuto lavorare con piattaforme non funzionanti, usando dispositivi e connessioni personali;
cercando in tutti i modi di mantenere la relazione con i vostri figli e che purtroppo qualche volta non siamo riusciti ad ascoltarli come voi avreste voluto.
Vi chiediamo scusa se abbiamo svolto il lavoro di sgombero e facchinaggio insieme alla ditta per rendere possibile il rientro a scuola in sicurezza.
Scusateci se abbiamo avuto paura di riprendere l'attività di mensa, consapevoli dei possibili rischi, e ciò nonostante vi è stata garantita.
Vi chiediamo scusa se siamo sempre stati in servizio, docenti fragili, appena vaccinati con rischi immunitari altissimi, sempre sul fronte a garantire la nostra presenza ai vostri figli;
facendo talvolta turni oltre i contratti sindacali quando, nonostante le innumerevoli telefonate da parte del personale di segreteria,
era impossibile trovare qualsiasi supplente disposto ad accettare l'incarico.
La lettera prosegue così
Vi chiediamo scusa se una variante più potente crea un contagio altissimo tra i bambini e nuovamente hanno chiuso le scuole.
Vi chiediamo scusa se abbiamo messo in atto con rapidità e uniformità un piano di didattica a distanza come unico sistema per garantire il diritto all'Istruzione ai vostri figli
e se prontamente questa scuola ha fornito agli alunni i tablet necessari per garantire tale diritto.
Vi chiediamo scusa se la Preside e questo Collegio docenti ha cercato di rispondere alle vostre richieste particolari,
così come previsto dalla normativa da voi richiamata, tentando di raccordare i singoli bisogni con la tutela della salute di adulti e bambini, quale diritto altrettanto fondamentale.
Vi chiediamo scusa se per questo motivo non possiamo più fornire un supporto di baby-sitter, ma solo un'azione educativa finalizzata agli apprendimenti e se la nostra attenzione è
esclusivamente rivolta al benessere dei vostri figli e alla crescita di tutti quanti loro, senza distinzione alcuna: scusate se è questo il nostro mandato di maestre e maestri!"
La rabbia dei Genitori
"Tutto questo è tristissimo- ci dice una delle mamme firmatarie della lettera:
"Io ho bisogno che mio figlio frequenti la scuola, ma accettare il fatto che sia da solo in classe è avvilente."
Per questo ho portato avanti, con civiltà ed educazione, la battaglia per ottenere che venisse ripresa in considerazione la possibilità di creare un piccolo gruppo.
Non penso solo a questi giorni di chiusura contingenti ma a tracciare il cammino verso un futuro in cui ci sia più attenzione e cura ai bisogni dei più fragili.
E' stato bello sentire il sostegno di altri genitori, ma mi ha ferito profondamente leggere sui social la risposta dei docenti e della dirigente, una risposta dai toni completamente fuori luogo.
"Come si può insinuare che chiediamo per i nostri figli un servizio di babysitteraggio?"
La battaglia per l'inclusione scolastica è fondamentale, non solo in tempo di pandemia, ma è qualcosa su cui investire e insistere al fine di ottenere una scuola e una società più giusta.
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