Il virus si sta indebolendo, il numero dei guariti è più alto dei decessi: "Il caldo ridurrà il contagio".
Le notizie del giorno, a proposito di coronavirus, sono due. La prima: il virus sembrerebbe perdere la sua aggressività. La seconda: i vaccini «italiani» ci fanno ben sperare. Le commentano un clinico, Matteo Bassetti, infettivologo dell' Università di Genova, e un virologo, Carlo Federico Perno dell' Università di Milano.
1Il virus ora è meno aggressivo?
«L' impressione che il virus sia meno "forte" - dice Bassetti - arriva dalla pratica clinica quotidiana. Vediamo meno ricoveri di casi gravi e ora il numero dei guariti è 6-7 volte più alto dei decessi. Grazie a terapie messe in atto precocemente, all' isolamento domiciliare che ha ridotto i contagi, al monitoraggio della saturazione di ossigeno (indice di compromissione polmonare, ndr ) in chi è venuto a contatto con gli infetti, che ha permesso di intercettare i casi prima che si aggravassero. Ciò, però, non significa la sparizione del virus che ci farà compagnia a lungo. Dove potrà sopravvivere? Negli esseri umani, che rappresentano il suo serbatoio privilegiato: può rimanere sotto traccia, senza dare sintomi, e riemergere quando si ripresenteranno le condizioni ambientali favorevoli».
Il caldo può aiutare a ridurre la circolazione del virus?
«La lezione della Mers, cioè la sindrome respiratoria acuta comparsa in Medio Oriente nel 2012 e sempre provocata da un coronavirus, non ci dovrebbe far ben sperare: lì è rimasta e ancora circolazione nonostante il clima caldo», dice Bassetti. Di diverso parere è Guido Silvestri, il ricercatore della Emory University di Atlanta che quasi quotidianamente posta i suoi commenti su Facebook, dove ha molto seguito: secondo lui il caldo ridurrà il contagio. Inoltre l' arrivo della bella stagione attenuerà gli «effetti collaterali» del freddo che paralizzano i sistemi di difesa dei nostri bronchi rendendoli incapaci di eliminare i microrganismi dannosi, come sostiene anche Perno.
Veniamo al vaccino.
Due, fra i più promettenti hanno un marchio italiano. Uno è quello di ReiThera che dovrebbe essere sperimentato quest' estate in Italia sull' uomo. L' altro è quello di Advent-Irbm, che è stato appena somministrato a Londra a una ricercatrice, Elisa Granato. Quali prospettive hanno?
«Sono due vaccini che sfruttano virus "amici" (Adenovirus, di quelli che provocano banali raffreddori, ndr ) per veicolare nell' organismo proteine del coronavirus in modo da innescare una risposta immunitaria, cioè una produzione di anticorpi capaci di difendere l' organismo da questo corona: sono anticorpi che "attaccano" le proteine "spike" del virus, quelle che gli permettono di entrare nelle cellule umane», dice Perno.
Che cosa ci si può aspettare in tempi brevi?
«Bisogna distinguere fra vaccini e "candidati" vaccini. Il "candidato" vaccino è un prodotto che si deve sperimentare per provare la sua efficacia, fase che richiede almeno un anno - conclude Perno -. Poi, se funziona, va prodotto su larga scala, in quantità sufficienti per vaccinare la popolazione». Fonte: Dagospia Leggi anche L’Università Pontificia Salesiana di Roma è un focolaio di coronavirus: oltre 30 positivi, 4 gravi. Seguici su Facebook 41esimoparallelo