«Michele era uscito per convincere la sorella Maria Paola a rientrare a casa ma non l’ha speronata, è stato un incidente». È questa la versione dei fatti fornita dalla famiglia di Maria Paola e Michele Gaglione – e riportata dal parroco del Parco Verde di Caivano don Maurizio Patriciello – in merito all’ incidente che ha provocato la morte della giovane nella notte tra venerdi e sabato.
«Qui al Parco Verde sarà sempre peggio. D’altronde lo Stato ha deciso a tavolino che questo debba rimanere un ghetto. Quello che accade ne è solo la diretta conseguenza. È inutile, qui non c’è futuro» è lo sfogo di don Maurizio Patriciello, prete simbolo nella battaglia contro la Terra dei Fuochi.
Il parroco dice di sentirsi solo e pur precisando che non si tratta di una resa ma di un normale avvicendamento annuncia che tra poco anche lui lascerà Caivano e il Parco Verde. ‘Qui le istituzioni non ci sono. La gente perbene se ne va e le loro case vengono occupate dai malavitosi».
Su Facebook, invece, subito dopo la tragedia di Caivano, la mamma di Ciro, il ragazzo trans che aveva una relazione con Maria Paola, ha gridato tutto il suo dolore, accusando apertamente Michele Antonio «di aver commesso deliberatamente un omicidio perché non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans. I figli si accettano così come vengono. Paola riposa in pace». Fonte: Il Fatto Vesuviano
“I figli si accettano così come sono” Il grido di dolore della mamma di Ciro, fidanzata di Paola
“I figli si accettano così come sono”. E’ il grido di dolore della mamma di ciro, il trans fidanzato di Paola, morta questa notte per mano del fratello.
Il movente? Era lesbica, sono omosessuali e non meritano di “campare”.
Sarebbe solo e soltanto questo il motivo che ha spinto il fratello di Paola, a seguirla su quel motorino, a spintonarli e a riempire di botte Ciro, mentre la sorella, sangue del suo sangue giaceva al suolo.
Una morte ingiusta per una giovane 22enne che sognava forse solo la libertà.
Una libertà non concessagli perchè “lesbica”, perchè macchiava l’onore della famiglia, in una cittadina quale quella di Caivano dove forse a quanto pare la Camorra è più giusta, ha più diritto di sopravvivere rispetto ad una giovane donna che come tutte sognava l’amore.
Per qualcuno forse un amore sbagliato, un amore sporco, macchiatosi da qualcosa che non è corretto, non è normale. Ma la domanda sorge spontanea: e seppur questo amore non fosse normale, ma chi siamo noi per decidere se una giovane ha o meno il diritto di viverselo e peggio ancora di vivere?
Ciro sta bene
Le sue ferite sono state profonde ma è fuori pericolo. Resta una e una sola ferita, la più garni quella che mai nessuno potrà rimarginare: la perdita dell’amata. Non lo si può capire fin quando non lo provi. Ha visto morire davanti a se, la donna che amava, la donna che si era messa contro tutto e tutti pur di stare con lui.
Le chiacchiere della gente non interessavano a nessuno dei due
Quel rumore fastidioso terminava ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, che i loro cuori si univano. Che sia un amore pulito, sbagliato, vero, sporco, depravato, finto… Nessuno ha il diritto di giudicarlo e peggio ancora stroncarlo in questo modo.
La mamma di Ciro
Su Facebook, subito dopo la tragedia di Caivano, la mamma di Ciro, il ragazzo trans che aveva una relazione con Maria Paola, ha gridato tutto il suo dolore, accusando apertamente Michele Antonio “di aver commesso deliberatamente un omicidio perche’ non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans. I figli si accettano cosi’ come vengono. Paola riposa in pace”.
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Ciao Paola, buon viaggio per la libertà
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