Tasse - Non sembra esserci pace per gli italiani che nonostante il momento storico si trovano ad affrontare il problema delle tasse.
IMU, Tari e Canone Rai sono oggetto di dibattitti politici e decisioni (che spesso si contraddicono) che spiazzano i cittadini.
Per quel che riguarda il Canone Rai nessuna novità per i privati, mentre per alcune attività commerciali potrebbe essere ridotta del 50%.
Ma andiamo per gradi, vedi nel dettaglio cosa e quanto dovrai pagare.
IMU: ad oggi non si applica sulle prime case, ma potrebbe esserci una patrimoniale
Il Fondo Monetario Internazionale è stato netto e chiaro.
Non si può pensare che l'incremento del PIL, previsto già nel 2021, possa essere sufficiente a sostenere gli interessi debitori.
Si deve intervenire con una patrimoniale sulle ricchezze più cospicue, ma in via temporanea.
La posizione del fondo è quella di mettere tasse più alte sui ricchi e sui redditi alti.
Questo con l'obiettivo di pagare i conti dell’emergenza economica innescata dalla pandemia da Covid-19.
Tasse - Anche l'OCSE chiede all'Italia di reintrodurre l'IMU sulla prima casa
Tutta colpa del Covid e della crisi economica.
Ma non solo, l'organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico chiede di aggiornare i valori catastali di tutto il patrimonio immobiliare.
Questo significa incrementare le rendite catastali che sono alla base del calcolo dell'IMU.
Le risorse possono arrivare da un intervento sul patrimonio degli italiani: reintroduzione dell'IMU sulla prima casa, revisione degli estimi catastali e ripensamento della cedolare secca.
Fin'ora l'IMU non è applicata sulle prime case. Tuttavia una patrimoniali sulla casa già esiste perché colpisce le seconde case e gli altri immobili commerciali.
Canone Rai: non tutti devono pagare oggi
Il decreto Sostegni da 32 miliardi ha portato con un mini-condono fiscale che grazia tutti coloro che tra il 2000 e 2010 non hanno pagato le tasse.
Il primo ministro, Mario Draghi, ha raggiunto un equilibrio sui criteri di ammissibilità dello stralcio del debito fiscale.
L'asticella temporale è stata fissata tra il 2000 ed il 2010 e non più fino al 2015 come chiedevano alcuni partiti dell'attuale maggioranza; mentre il requisito reddituale per vedersi cancellare i debiti con il fisco è fissato a 30.000 euro come reddito imponibile nel 2019.
Chi ha un debito con il fisco, come il canone Rai non pagato tra il 2000 e 2010, si vedrà cancellare le cartelle esattoriali se l'importo non supera i 5.000 euro.
Chi invece non è graziato da pagamento del canone Rai sono i cittadini onesti che dal 2016 si vedono addebitare in nella bolletta dell'energia elettrica l'importo di 9 euro al mese per 10 mesi.
La decisione di utilizzare la bolletta elettrica come strumento di prelievo del Canone Rai risiede in due motivi.
Il primo era quello di trovare un modo per ridurre il numero di coloro che non pagavano il Canone Rai, la cui riscossione era demandata all'ex Equitalia.
Il secondo motivo risiede nel principio che chiunque possieda un'utenza elettrica domestica, presumibilmente ha anche un dispositivo per ricevere le frequenze televisive.
Canone RAI: come richiedere l'esenzione
Il modello di dichiarazione sostitutiva va presentato direttamente dal contribuente o dall’erede tramite l’applicazione web sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando le credenziali Fisconline o Entratel, o Spid oppure tramite gli intermediari abilitati.
Se la dichiarazione è presentata dal 1° febbraio al 30 giugno, l'esonero dall’obbligo di pagamento scatta per il secondo semestre dello stesso anno.
Se la dichiarazione è presentata dal 1° luglio al 31 gennaio dell’anno successivo, l'esonero dall’obbligo del pagamento vige per l’intero anno successivo.
Tari: la tassa comunale per eccellenza (forse) in aumento
La tassa sui rifiuti è una delle entrate maggiori delle casse dei Comuni. E per questo non è stata sospesa.
Semmai molte amministrazioni locali hanno posticipato il pagamento, ma non cancellato.
Anzi, in alcuni casi, sebbene le attività commerciali siano state ferme o soggette a chiusure e poi rimozione delle stesse, il 60% dei Comuni ha aumentato la tariffa della Tari in capo alle partite IVA che svolgono attività commerciale.
Ad essere penalizzati maggiormente sono i negozi di ortofrutta, fiorai, pescherie, ristoranti, pizzerie e pub.
Lo sancisce lo studio condotto dall'Osservatorio delle tasse locali di Confcommercio analizzando tutte le delibere comunali relative alla Tari.
Ma capita anche ai cittadini privati, come nel Comune di Chieti, che ha inviato la prima rata con scadenza 31 marzo, poi prorogata al 31 maggio.
I cittadini di Chieti hanno notato un aumento della Tari che presenta una nuova voce che prevede l'esborso di un tributo, scorporato in due.
Ma su questo chiarisce subito l'amministrazione comunale
Le cartelle inviate non prevedono aumenti, la voce che trovate a parte di pochi euro con codice TEFA è il tributo provinciale del 4% che fino allo scorso anno era versato al comune, mentre da quest'anno va direttamente alla provincia.
Anche Milano si appresta ad approvare le tariffe TARI per il 2021. Sono 1.000 gli emendamenti presentati al bilancio preventivo. E tra questi anche la proposta di Forza Italia di intervenire sulla Tari riducendo le tariffe.
Già nel 2020 chiedemmo un taglio vero sulla Tari. Abbiamo presentato emendamenti per non farla pagare per le giornate in cui non si sono prodotti rifiuti. Speriamo che la giunta capisca che diminuire le tasse è la strada per salvare l'occupazione e le imprese. Se chiudono le imprese, anche il bilancio del Comune subirà gravi perdite future.
Tasse: chi è in difficoltà può richiedere uno sconto
Il bonus Tari è stato introdotto dal decreto fiscale n. 124/2019 ed è collegato al bonus sociale.
Una serie di riduzioni a favore delle famiglie in condizioni economiche di svantaggio. Il collegamento al bonus sociale era stato determinato per semplificare la procedura di accesso allo sconto.
In altri termini tutte le famiglie che risultavano beneficiare del bonus sociale, in automatico dovevano ricevere uno sconto sulla Tari.
La base di riferimento è il valore dell'ISEE. Attraverso i dati comunicati dalle famiglie nel 2020, sulla base dei requisiti economici, l'ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, comunicava ai vari gestori delle utenze l'eleggibilità nell'ottenere lo sconto in bolletta e ai vari comuni i beneficiari per applicare lo sconto sulla Tari.
Niente di tutto questo, lasciando ai singoli comuni di applicare nel regolamento TARI le condizioni per erogare uno sconto alle famiglie in particolare condizioni economiche di svantaggio. (Trend Online)
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