Il padre di Saman Abbas accusa ancora Saqib: "Mi ha detto: te la porto in cambio di 20mila euro"
Il padre di Saman, Shabbar Abbas, originario del Pakistan, ha nuovamente attaccato Saqib, il fidanzato della diciottenne uccisa a Novellara nel 2021. Durante un'udienza a Islamabad, l'uomo, a processo in Italia per l'omicidio della figlia, ha dichiarato al suo avvocato che Saqib avrebbe detto: "Ti porto Saman viva o morta in Pakistan in cambio di 20mila euro".
Secondo il padre di Saman, i primi 12mila euro di questo accordo sarebbero già stati consegnati ai familiari di Saqib in Pakistan tra dicembre 2020 e gennaio 2021, e le prove di questo versamento sarebbero nel cellulare del ragazzo. La trasmissione Quarto Grado ha riportato queste accuse, che sono state subito smentite dall'avvocato di Saqib, Claudio Falleti.
Tuttavia, non è la prima volta che il padre di Saman ha accusato il giovane che sua figlia voleva sposare. La trasmissione ha anche mostrato le immagini del ritrovamento del corpo di Saman, ancora integro, dissotterrato dalle campagne di Novellara, dove era stata sepolta dai suoi stessi familiari mesi prima.
Il padre di Saman Abbas non dà il consenso al processo in video
Oggi, durante un'udienza in Pakistan, il padre di Saman, Shabbar Abbas, ha deciso di non prestare il proprio consenso a partecipare in videoconferenza alla prossima udienza fissata per il 17 marzo davanti alla Corte di assise di Reggio Emilia.
L'invito è stato notificato a margine del procedimento sull'estradizione richiesta dall'Italia, in corso a Islamabad. Abbas avrebbe dichiarato che valuterà la possibilità di partecipare in video a un'udienza successiva del processo. Per l'estradizione, in Pakistan è fissata una nuova udienza per il 16 marzo. La Procura presenterà le controdeduzioni sull'istanza di rilascio su cauzione.
Il processo per l'omicidio di Saman Abbas è iniziato il 10 febbraio a Reggio Emilia, con l'imputazione dei suoi familiari. La madre, il padre, lo zio e i due cugini, accusati di aver ucciso la giovane dopo che si era opposta a un matrimonio combinato. Durante le prime udienze erano presenti i cugini e lo zio, che respingono le accuse, ma erano assenti i genitori. Shabbar è in carcere in Pakistan, mentre la madre, Nazia Shaheen, è ancora latitante.
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