Ritorna la paura in Cina dopo aver abbassato la guardia per un po' di tempo. Nuovo focolaio registrato nelle scorse settimana non accenna a diminuire.
A più di un anno dal primo caso di Coronavirus registrato a Wuhan, la Cina ripiomba nell'incubo Covid-19.
Un focolaio da non sottovalutare, scoppiato il 21 maggio scorso a Guangzhou, nel sud del Paese del Dragone.
L'evento ha superato le aspettative ed ha imposto nuove restrizioni e due interi quartieri sono finiti ancora nel circolo vizioso del lockdown.
Al momento i positivi sarebbero comunque pochi, meno di 30 in totale, di cui 18 però registrati solo nelle ultime 24 ore.
Cina, ancora Lockdown a Guangzhou
Tuttavia, tanto è bastato per far tornare il timore che la circolazione virale possa diventare un pericolo per i 15 milioni di abitanti della città industriale (FanPage).
I numeri, seppur limitati, sono riusciti a mettere in allarme le autorità competenti locali che hanno immediatamente ordinato il
lockdown.
Parallelamente sono partiti anche test di massa su tutti gli abitanti di Liwan per limitare quanto più possibile l'insorgere di nuove infezioni.
Nel quartiere sono stati definitivamente chiusi i grandi mercati all'aperto, gli asili nido ed i luoghi di intrattenimento.
E' stato nuovamente vietato mangiare nei ristoranti al chiuso ed è stata sospesa la didattica in presenza a scuola come durante l'incubo.
Insomma, tutto sembra essere ripiombato nuovamente a un anno fa, come la para che non si riesca ad uscire definitivamente dall'incubo incessante del Covid in Cina.
Continuano incessanti i tamponi a tappeto su tutto il territorio per isolare sempre di più l'area di contagio e mettere in atto, poi, le adeguate misure di contenimento.
Restrizioni, certo meno stringenti, imposte anche agli abitanti di quattro quartieri limitrofi.
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