l tema delle pensioni in Italia si conferma sicuramente al centro di un dibattito che a più riprese si mantiene vivo, malgrado il coronavirus scoppiato nei mesi scorsi abbiamo fatto passare in primo piano delle questioni più urgenti e rilevanti.

Pensioni: coronavirus interrompe confronto su riforma

Come spiegato da Domenico Cosentino, presidente del patronato Inapi, in un'intervista rilasciata a pensionipertutti.it, l'arrivo della pandemia ha “costretto il Governo ad abbandonare il tema delle pensioni e dell’avviato percorso di confronto con le parti sociali per riscrivere/migliorare la riforma del sistema previdenziale italiano”.

A detta di Cosentino andrebbe ripreso il confronto sulla riforma pensioni, anche alla luce degli effetti negativi derivanti dal coronavirus sull'occupazione.

Pensioni: scampato pericolo tagli con Mes senza condizioni

Parlare del sistema previdenziale, specie in un momento di crisi come questo, evoca inevitabilmente i timori ricorrenti di una possibile sforbiciata agli assegni pensionistici. Fino a poco più di 10 giorni da più parti si è guardato con molta apprensione al Mes, il meccanismo europeo di stabilità, complici i timori che un accesso allo stesso si sarebbe tradotto in una serie di tagli sociali che avrebbero riguardato le pensioni e la sanità.

Lo scorso 8 maggio è stato raggiunto un accordo sul Fondo salva-Stati che da giugno metterà a disposizione una linea di credito pari a 240 miliardi di euro. La bella notizia è che si potrà accedere a tali risorse senza particolari condizioni, se non quella di spendere in ambito sanitario le somme richieste. Un bel sospiro di sollievo per quanti temevano un possibile intervento della Troika, ma per le pensioni sembra incombere una nuova minaccia.

Pensioni: la nuova minaccia si chiama Recovery Fund

Questa volta prende il nome di Recovery Fund, un fondo della Ripresa di cui hanno discusso in avvio di settimana Francia e Germania. Merkel e Macron hanno proposto il lancio di un fondo dotato di 500 miliardi di euro per promuovere e rilanciare la ripresa economica dell'Unione europea.

L'accordo franco-tedesco dovrà esser approvato da tutti i Paesi membri dell'UE, ma è senza dubbio interessante, visto che a differenza del Mes il Recovery Fund non prevede la concessione di prestiti da restituire nel tempo, ma è basato su contributi a fondo perduto.

Bagnai (Lega): Recovery Fund è un rischio. Tagli pensioni inevitabili?

Non la pensa così il leader della Lega, Matteo Salvini, il quale, ospite ieri di Barbara Palombelli a Stasera Italia, ha dichiarato: "Il Recovery fund è come il Mes, che doveva essere un regalo, ma tutti stanno dicendo no. Non sono soldi regalati, sono soldi prestati: non c'è una lira o un euro a fondo perduto".

Una posizione condivisa da Alberto Bagnai, responsabile economia della Lega, che vede nel Recovery Fund gli stessi rischi già indicati a proposito del Mes. Secondo quanto riportato da Adnkronos, Bagnai ha evidenziato che "Definendo il fondo Merkel-Macron un finanziamento 'a fondo perduto', il premier ha mentito agli italiani.

In realtà la proposta franco-tedesca parla esplicitamente di un 'piano vincolante di restituzione' da parte degli Stati dei denari da essi ricevuti. Per gli Stati membri l’accesso al fondo quindi sarà un debito. Inoltre, i fondi verranno distribuiti agli utenti finali 'in base alla programmazione di bilancio Ue' ma solo negli Stati che si impegnano a eseguire 'una ambiziosa agenda di riforme'. Gli utenti finali dovranno cioè scontrarsi con la consueta burocrazia europea, mentre ai Paesi verranno chiesti i soliti tagli di pensioni e di servizi pubblici.

Recovery fund: contributi a fronte di investimenti, ma anche riforme

Torna così in primo piano il tema estremamente delicato di una sforbiciata agli assegni dei pensionati quale possibile conseguenza del ricorso al Recovery Fund. Non fa esplicito riferimento ad una sforbiciata delle pensioni, ma anche il Corriere della Sera a proposito del recovery Fund parla di contributi a fondo perduto, aggiungendo che gli aiuti saranno basati "su un chiaro impegno degli Stati membri ad applicare politiche economiche sane e un’ambiziosa agenda di riforme".

Italia: soldi Recovery Fund non per pagare pensioni o tappare buchi

Ritorna così il fattore "condizionalità" che non è certo una novità o un mistero, visto che l'idea del controllo è stata espressa chiaramente dal capogruppo del Partito Popolare europeo. Manfred Weber ha palesato a Repubblica la disponibilità ad aiutare l'Italia, a patto di capire in che modo saranno usate le risorse che arrivano dall'Europa. A suo dire "Non deve accadere che Paesi come l'Italia o la Spagna utilizzino gli aiuti miliardari del fondo per la ricostruzione per tappare i buchi di bilancio o pagare le pensioni". Un taglio delle pensioni sarà quindi inevitabile? Fonte: Trend Online Leggi anche Pensioni minime a 1.000 euro, siglato l'accordo con l'Inps. Seguici su Facebook 41esimoparallelo

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