E' sgomento a Brusciano, qui un uomo ha chiamato gli agenti, in palese stato di agitazione, sostenendo di aver ammazzato sua sorella. All'arrivo la polizia ha trovato l'uomo su di un pianerottolo ancora con l'arma tra le mani e il cadavere di sua sorella di fianco.
"Correte - ho ucciso mia sorella" - Tragedia a Brusciano
È stato proprio lui a chiamare la polizia. “Correte, ho ucciso mio sorella”. Quando gli agenti del commissariato di polizia di Acerra sono intervenuti in via Rollessini a Brusciano, lui aveva ancora con se l’arma.
Aveva l'arma tra le mani e la brandiva anche contro la polizia mentre la sorella, Vincenza Cimitile, 56 anni, giaceva sul pianerottolo tra il il quarto e il quinto piano.
Brusciano, i Carabinieri - l'uomo aveva disturbi psichici
Poi con lentezza gli agenti sono riusciti a tranquillizzarlo. Questo gli ha concesso di intervenire, per evitare che la situazione peggiorasse ulteriormente.
Stando a quanto si apprende dalle prime indagini condotte sul caso: l’uomo soffrirebbe di problemi psichici e viveva proprio con quella sorella che ha ucciso al culmine di una lite.
L'uomo era in cura presso il centro di igiene mentale di Acerra. Sul posto il pm e la scientifica per i rilievi. (Fonte
Antepria24)
Sul caso di avellino
Omicidio Avellino. L'avvocato rinuncia all'incarico. Cosa si nasconde dietro il delitto di Aldo Gioia? Perché l'avvocato ha rinunciato?
Sono queste le domande che ora attanagliano tutti e che lasciano non pochi sospetti.
Omicidio Avellino - Nuovo incontro col gip
E' prevista per le 10,30 di questa mattina di fronte al gip, Paolo Cassano, l'udienza di convalida del fermo dei due fidanzati di Avellino, Giovanni Limata, 23 anni, ed Elena Gioia, 18 anni, che nella tarda serata di venerdi' scorso hanno ucciso a coltellate il padre di lei, Aldo Gioia 53 anni.
Omicidio Avellino Il legale di Elena Gioia
L'avvocato Innocenzo Massaro, ieri ha rinunciato all'incarico dopo un lungo colloquio con la madre della giovane, Liliana Ferraiolo, che glielo aveva conferito.
Giovanni Limata, che per primo ha confessato il delitto attribuendo pero' alla fidanzata tutta la pianificazione di una strage familiare mancata, sara' assistito dall'avvocato Mario Picca.
Anche Elena Gioia
Ha confessato, dopo un iniziale tentativo di depistaggio delle indagini, attribuendo a un rapinatore il delitto nell'appartamento al quinto piano di un condominio del centrale corso Vittorio Emanuele di Avellino.
A inchiodare la giovane alle sue responsabilita' una serie di messaggi scambiati con il fidanzato nella sera del delitto, ma anche nei mesi precedenti.
Elena Gioia voleva uccidere padre, madre e sorella, Emilia, 23 anni, che la ostacolavano nella relazione con un giovane con dei precedenti per spaccio, aggressione, lesioni e violenza e per un tentativo di suicidio.
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