Il Poliziotto violento - Si è chiusa così la vicenda processuale dell'aggressione a Claudia Ursini, donna pestata da un poliziotto nell'ottobre 2015.
La Corte suprema di Roma ha confermato la sentenza d'appello, rigettando il ricorso dell'imputato, il reato però è derubricato.
La donna denuncia così con grande amarezza: "Non sconterà nemmeno un giorno di galera"
Condannato a due anni, con reato derubricato: non tentato omicidio ma lesioni personali volontarie gravi
Si è chiusa così la vicenda processuale dell'aggressione a Claudia Ursini, colpita brutalmente da un poliziotto l'11 ottobre 2015 sotto la sua abitazione a Roma.
La Corte suprema di Cassazione, presieduta da Paolo Antonio Bruno, ha confermato la sentenza d'appello.
Questo rigettando il ricorso dell'imputato, che ora deve pagare anche le spese processuali, nonché alla rifusione delle spese sostenute nel grado dalla parte civile.
Giustizia è fatta, ma Claudia Ursini è amareggiata: "Se non fosse stato un poliziotto non avrebbero mai derubricato il reato e sicuramente lo avrebbero messo in galera"
Un comune cittadino non sarebbe stato aiutato in ogni grado di giudizio come ho visto fare: la giustizia non è uguale per tutti", ci dice al telefono.
Il processo penale si è svolto al tribunale ordinario di Roma. Il poliziotto, un 45enne sospeso dal servizio, era imputato per tentato omicidio.
In primo grado era stato condannato a due anni e nove mesi per lesioni gravi
La Corte d'appello di Roma aveva confermato il giudizio di responsabilità formulato dal giudice di primo grado per il reato di lesioni personali volontarie gravi e aveva ridotto la pena a due anni.
Il ricorso del legale dell'accusato contro la sentenza della Corte d'appello ora è stato rigettato dalla Cassazione.
"Il ricorso non merita accoglimento collocandosi, anzi, ai confini dell'ammissibilità", scrive la Corte suprema, riportando la ricostruzione degli eventi fatta nel processo di secondo grado.
Sul Poliziotto - Questa la sentenza finale
Nella sentenza si legge: "L'imputato, condomino della persona offesa, fortemente irritato nei confronti di quest'ultima per dissapori condominiali;
per una querela presentata nei suoi confronti alcuni mesi prima e per il danneggiamento della propria autovettura, avvenuto il giorno precedente e addebitato alla persona offesa;
la aggredì con una mazza da baseball nella prima mattina dell'11 ottobre 2015, verso le 6.30, procurandole gravi lesioni personali.
L'aggressione di un poliziotto a Claudia Ursini
Sono le 6.30 di domenica 11 ottobre 2015 e Claudia, sotto casa sua; un poliziotto la colpiva prima con uno schiaffo che la tramortisce e e poi:
"con una mazza da baseball presa dal bagagliaio di una macchina".
Il pestaggio è così violento che sul pavimento del cortile interno del condominio rimangono grosse chiazze di sangue .
"L'ho riconosciuto, era lui: il poliziotto mio vicino di casa. Mirava alla testa, era a volto scoperto e aveva l'intenzione di uccidermi, altrimenti non si sarebbe mostrato in viso"
L'unico suo errore è stato quello di non sentirmi la giugulare per capire se respiravo ancora".
Claudia è a terra, tramortita, ma respira e dopo qualche minuto riesce a rialzarsi e a chiamare i soccorsi: "Non so dove ho trovato la forza".
Comincia, o meglio continua, il calvario: entra in codice rosso all'ospedale Sant'Eugenio di Roma, passa alcuni giorni in prognosi riservata;
poi diversi ricoveri ospedalieri e una lunga riabilitazione per recuperare correttamente tutte le funzioni per una vita normale. (Today)
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