Niente scheda elettorale nel Napoletano per i malati Covid. «Sono stata contattata in mattinata e mi hanno detto che manderanno da Napoli personale idoneo per farmi votare, perché appartengo al loro seggio ospedaliero.
Solo che hanno precisato che non potrò votare per il mio Comune, per disposizione della Prefettura.Una cosa assurda e che ha dell’incredibile».
Annabella Vitale, 29enne di Ercolano da tre settimane a casa perché risultata positiva al Covid il 29 agosto e ancora in attesa del primo tampone di controllo.
Riassume in poche frasi il paradosso che sta condizionando il diritto al voto delle centinaia di pazienti che, come lei, sono in questo momento «reclusi» in casa (ma anche ricoverati in ospedale) per colpa del Coronavirus.
Un paradosso burocratico
In realtà figlio di disposizioni nazionali e che la prefettura di Napoli ha messo nero su bianco come promemoria a sindaci e Asl.
Poiché i pazienti Covid possono essere contattati soltanto da personale sanitario, sono considerati afferenti a seggi elettorali speciali allestiti presso gli ospedali Covid center (come quelli di Napoli e Boscotrecase).
E va da sé che da questi seggi non possono uscire e poi rientrare schede che si riferiscono al voto in Comuni diversi da quelli in cui si trovano gli ospedali stessi.
Dunque ok al voto per il referendum e la Regione, ma non per i sindaci e i consiglieri comunali. Ma non è tutto
Perché nei comuni dell’Asl Napoli 3 Sud, fino alla tarda serata di ieri i pazienti del Covid Hospital di Boscotrecase e i positivi al coronavirus in quarantena di tutti i comuni del distretto non hanno proprio potuto votare.
Perchè? Semplicemente, non era partita nessuna organizzazione che consentisse le operazioni. E le proteste si sono moltiplicate, tra recriminazioni e minacce di ricorsi.
I fatti
Il sindaco di Boscotrecase, Pietro Carotenuto, è su tutte le furie: «Su un Comune di 10mila abitanti è ricaduta una responsabilità ingestibile». Proprio il comune vesuviano, infatti, dove ha sede il Covid Hospital, è stato designato come referente per il seggio ospedaliero e per quello detto speciale.
Cioè un «seggio mobile» che sarebbe dovuto andare in giro per tutti i 56 Comuni dell’Asl 3 Sud per fare esprimere il voto a domicilio ai positivi in quarantena.
Un territorio vastissimo che va da Sorrento a Tufino, da Agerola a Poggiomarino, da Massalubrense a Cercola. Ma, dice Carotenuto, i presidenti di seggio hanno rinunciato uno dopo l’altro e il voto domiciliare non è partito.
Il seggio si è finalmente costituito in serata, dopo «un’intera giornata passata al telefono con il prefetto», dice il sindaco, che protesta duramente:
«Una logica assurda, in quanto evidentemente ogni Comune doveva occuparsi dell’organizzazione del voto domiciliare dei propri residenti sottoposti a regime di isolamento fiduciario.
Scriverò una nota al ministro dell’Interno. È vergognoso scaricare sulle spalle di un sindaco di un piccolo paese la responsabilità e l’organizzazione di una macchina così complessa che meriterebbe poteri e risorse straordinarie».(IlMattino)
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