Nel 2016, una famiglia ha subito la perdita del proprio neonato, morto a soli 10 giorni di vita a causa di una malattia emolitica del sangue non diagnosticata, dopo un parto prematuro. I genitori dei fratellini minori, attraverso una causa legale, hanno richiesto un risarcimento di 2 milioni di euro all'Azienda sanitaria. La richiesta è stata solo parzialmente accolta dal giudice alla fine del 2022, con un risarcimento di 205mila euro ciascuno ai due genitori.

In cerca di ulteriore giustizia per il lutto subito, uno dei genitori ha presentato una nuova causa legale per ottenere la condanna dell'Azienda sanitaria a risarcire 100mila euro per ognuno dei due fratellini minori del neonato deceduto, di cui detiene la patria potestà. La citazione in giudizio si basa sull'omissione e l'inadempienza dei sanitari durante il percorso gravidico e l'operato negligente, imprudente e imperito, che la famiglia ritiene responsabili della morte del proprio figlio.

La perdita di un figlio è un dolore insostenibile per qualsiasi famiglia e la richiesta di giustizia è comprensibile. Tuttavia, nonostante l'esito della causa legale non abbia soddisfatto appieno le richieste dei genitori, è importante ricordare che il sistema sanitario, composto da medici, infermieri e altre figure professionali, lavora costantemente per fornire la migliore assistenza possibile ai pazienti.

Inoltre, gli errori possono purtroppo verificarsi in qualsiasi ambito, anche quello medico, nonostante gli sforzi per evitarli. È importante trovare un equilibrio tra la giusta tutela dei pazienti e la necessità di mantenere un sistema sanitario accessibile e funzionante.

[sv slug="seguici"]

Tortoreto in lacrime per Renato Di Remigio: addio a un giovane papà
Avezzano, muore improvvisamente in casa a 31 anni: addio ad Angelo Faenza