Usa, assalto a Capitol Hill: Jake lo sciamano pronto a testimoniare contro Trump per l'impcheament. Jacob Chansley, noto come Jake Angeli, lo «sciamano» di QAnon, diventato il simbolo dell'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio, sarebbe pronto a testimoniare contro l'ex presidente Donald Trump nel processo d'impeachment che prenderà il via l'8 febbraio al Senato.
Usa - Lo ha detto il legale dell'uomo, Albert Watkins
Secondo quanto riportano i media statunitensi. L'avvocato ha affermato che è importante che i senatori ascoltino la voce di qualcuno che è stato incitato da Trump.
Watkins ha detto che il suo cliente è rimasto colpito dal repubblicano, ma che ora si sente deluso dopo il rifiuto del tycoon di concedere la grazia a lui e ad altri che hanno partecipato all'insurrezione. «Si sentiva come se fosse stato tradito dal presidente», ha detto Watkins.
Usa - Nel frattempo arrivano i primi provvedimenti di Biden sull'ambiente
Il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato ieri una serie di ordini esecutivi legati alla protezione dell’ambiente e al contrasto al cambiamento climatico. Due temi assai trascurati dal suo predecessore Donald Trump, noto negazionista del cambiamento climatico nonché molto vicino al settore delle estrazioni petrolifere.
Da settimane Biden ripete che la sostenibilità ambientale sarà una delle priorità del suo mandato. Gli ordini esecutivi di ieri sono solo un primo passo, ma gli ambientalisti e gli economisti hanno giudicato favorevolmente la sua decisione.
Negli ordini esecutivi di ieri ci sono una serie di misure molto diverse fra loro; fra cui anche la nomina dell’ex segretario di stato John Kerry a inviato speciale per il clima. La misura più importante però riguarda i permessi per trivellare il territorio federale alla ricerca di petrolio e gas naturale.
Usa - Biden
ha chiesto di rivedere le richieste per ottenere un permesso considerate più rischiose per il clima. Ponendo le basi per smettere del tutto di garantire nuovi permessi, in un futuro prossimo.
Secondo il New York Times gli ambientalisti statunitensi chiedono da tempo di sospendere i permessi per estrarre petrolio e gas naturale dal territorio federale, che spesso occupa parchi e aree naturali che rischiano di essere compromesse dalle operazioni di estrazione. Secondo l’ong statunitense Oceania una decisione ancora più ambiziosa, per esempio la cancellazione di tutti i nuovi permessi, eviterebbe la diffusione di 19 miliardi di tonnellate di gas serra nei prossimi anni.
Nella serie di ordini esecutivi
firmati ieri ci sono anche misure più simboliche ma significative per capire la direzione in cui si sta muovendo Biden, come l’impegno a comprare mezzi di trasporto a zero emissioni nette per gli organi statali e federali, e una task force nazionale sul cambiamento climatico.
Nel documento
che contiene gli ordini esecutivi è contenuta per quindici volte la parola “lavoro”, e Biden ha annunciato che con le misure che proporrà la sua amministrazione – fra cui un pacchetto di investimenti nelle infrastrutture sostenibili – creerà «un milione di posti di lavoro “verdi”». Diversi economisti dubitano che siano cifre plausibili, ma hanno lodato l’intenzione di Biden di investire nella riconversione di alcuni lavori ormai obsoleti.
Né Biden né Kerry hanno fornito ulteriori dettagli sulla misura più importante presa fin qui dall’amministrazione Biden sul cambiamento climatico, cioè il reintegro degli Stati Uniti nell’accordo di Parigi sul clima dopo alcuni anni di allontanamento decisi da Trump.
Il predecessore di Trump, Barack Obama, era stato fra i principali promotori dell’accordo. Questi si era impegnato a ridurre entro il 2020 le emissioni nette del 28 per cento rispetto ai livelli del 2005. Gli esperti di ambiente stimano che Biden potrebbe annunciare un taglio del 40 o del 50 per cento rispetto ai livelli del 2005. I nuovi obiettivi dovrebbero essere annunciati ad aprile.
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