Salvini a Catania per il processo sul caso Gregoretti. Il giudice per le indagini preliminari al tribunale di Catania è Nunzio Sarpietro che vuole portare avanti il processo in tempi rapidi.
Sicuramente occorreranno 2 o 3 udienze per decidere se mandare l’ex ministro dell’Interno a processo per sequestro di persona sulla nave Gregoretti.
Questa udienza in corso è dedicata alla costituzione delle parti civili, tra cui una coppia di nigeriani con tre figli, l’ultimo dei quali nato dopo l’evacuazione dalla Gregoretti.
Si sono costituiti parte civile anche l’Arci e Legambiente, e svariati migranti i cui avvocati sostengono che sono stati trattenuti a bordo della nave “in condizioni penose”.
Successivamente toccherà alle richieste delle parti con il rito abbreviato o patteggiamento, e Salvini ha subito fatto sapere al giudice: «Mi dichiarerò colpevole».
La Procura
Intanto ha nuovamente richiesto, come aveva fatto nella prima fase del procedimento, l'archiviazione di Matteo Salvini dall'accusa di sequestro di persona per la gestione dello sbarco di 131 migranti dalla nave Gregoretti.
In aula, per l'accusa, è presente il sostituto procuratore Andreas Bonomo. L'udienza davanti al gup Nunzio Sarpietro sta proseguendo con l'intervento dell'avvocato Giulia Bongiorno per la difesa.
Come riferiscono fonti della Lega, la difesa di Matteo Salvini ha chiesto il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste sul caso Gregoretti e un'eventuale audizione dell'attuale ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.
La richiesta di audizione del ministro
E' stata avanzata per sollecitare un approfondimento probatorio da parte del giudice per accertare se le procedure di sbarco indicate nel capo di imputazione sono le stesse seguite tuttora dal governo Conte.
Sarà un processo difficile complicato
Ma il presidente Sarpietro - dicono al tribunale di Catania - saprà condurre tutto con equilibrio e competenza. Salvini sostiene di aver firmato gli atti d’intesa con i ministri dei Trasporti e della Difesa e sotto la supervisione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Potrebbero essere ascoltati nel proseguo del processo anche il premier e i ministri. Sarpietro non ha apprezzato in queste settimane l’accusa di far parte di una magistratura “alla Palamara”.
«A me Palamara non lo dice nessuno. Io da Palamara e da quel sistema sono stato danneggiato e più di una volta», così ha detto l’altro giorno. E ancora: «La mia carriera parla per me».
Era iscritto alla corrente di Magistratura Indipendente, ma è andato via «proprio perché - così si racconta - non ho mai condiviso il sistema che da tanti anni governa la magistratura».
Non è una toga rossa
Fa questo lavoro da 42 anni, ed è stato il primo giudice, nel 1985, a presiedere un processo di mafia dopo l’istituzione di questo reato in seguito agli omicidi di Pio La Torre e Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Allora era un giovane giudice a Caltagirone, tra i condannati di quel processo c’era anche Pietro Rampulla, l’artificiere della strage di Capaci. Poi si è occupato della tangentopoli catanese e ha diretto il gip di Trieste. Adesso deve vedersela con Salvini.
E lì si dice “tranquillo” e il capo della Lega anche. Entrando nell’aula in cui Sarpietro dirige l’udienza, Salvini si è detto “sereno”.
Ieri pomeriggio Matteo Salvini si è fatto un bagno di mare di fronte al suo albergo catanese. Ora all’Hotel Baia Verde ha appena incontrato Giorgia Meloni e Antonio Tajani, i due alleati venuti a Catania a dargli solidarietà. Un caffè. Un mini vertice.
Un incontro in cui Meloni e Tajani hanno detto a Salvini:
«Inammissibile che in uno stato di diritto la magistratura voglia giudicare le azioni politiche conformi alla legge. Questo dell’udienza in tribunale per la vicenda della nave Gregoretti, caro Matteo, è un precedente pericoloso. Siamo con te».(IlMessaggero)
Leggi anche:
De Luca fa un passo in dietro e cambia tutto: nuova ordinanza in Campania, via alcuni divieti e restrizioni
Metti like alla pagina
41esimoparallelo e iscriviti al gruppo
41esimoparallelo