Martina Carbonaro

Meloni e Schlein unite per Martina Carbonaro: “Serve svolta culturale contro la violenza”

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Written by Redazione

30 Maggio 2025

📍 Luogo: Afragola

Meloni e Schlein commentano il caso Martina Carbonaro: le leggi non bastano, serve una risposta culturale alla violenza

L’omicidio della giovane Martina Carbonaro ha acceso un acceso dibattito politico e culturale in Italia. Le parole della premier Giorgia Meloni e della segretaria del PD Elly Schlein convergono sulla necessità di una risposta collettiva che vada oltre la semplice giustizia penale. Un invito all’unità per combattere una piaga sociale che non può più essere ignorata.

Le parole della premier Meloni sul femminicidio di Martina Carbonaro

Il messaggio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, diffuso su X, è stato chiaro e sentito: “Martina aveva la vita davanti, i sogni, le amicizie, la scuola. Le è stata tolta con una violenza che lascia senza fiato, uccisa brutalmente da chi diceva di volerle bene”. La premier ha definito l’omicidio “spietato” e ha affermato la necessità di non voltarsi dall’altra parte.

“Serve una svolta culturale”: l’appello alla responsabilità collettiva

Meloni ha sottolineato che, nonostante i provvedimenti già adottati, “le norme non saranno mai sufficienti se non daremo vita a una profonda svolta culturale e sociale”. Ha quindi ribadito che “dobbiamo fare di più, tutti insieme. Per Martina. Per tutte”.

Elly Schlein: “Facciamo una legge sull’educazione al rispetto”

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha colto l’occasione per rivolgere un appello alla presidente del Consiglio: “Almeno per il contrasto alla violenza di genere mettiamo da parte lo scontro politico. Dobbiamo fare una legge che introduca l’educazione al rispetto e alle differenze, obbligatoria in tutte le scuole”. Una proposta accolta positivamente dal pubblico e da diversi esponenti politici.

Le critiche delle giuriste: “Non basta il reato simbolico di femminicidio”

Non tutte le voci si sono dette soddisfatte del disegno di legge. Circa 80 giuriste, tra cui la docente di diritto penale Milli Virgilio, hanno messo in discussione l’efficacia del ddl sul femminicidio: “Norme del genere sono state approvate in Sud America ma senza risultati concreti”.

Le richieste delle esperte: prevenzione prima di tutto

Il timore è che si stia creando una norma simbolica che non affronti realmente il problema. “Serve una riflessione più ampia e l’adozione di politiche di prevenzione articolate”, spiegano le giuriste sul sito “Giustizia insieme”.

Il ruolo delle famiglie: l’appello delle istituzioni ai genitori

Anche Marina Terragni, garante per l’infanzia e l’adolescenza, ha richiamato l’attenzione sul ruolo educativo delle famiglie. “Una subcultura pericolosa si diffonde tra i giovani, dove il possesso è scambiato per amore”, ha affermato.

Il dolore della società civile: la testimonianza di Giulio Cecchettin

Giulio Cecchettin, padre di Giulia, altra vittima di femminicidio, ha scritto su Instagram: “La diminuzione dell’età di chi uccide e di chi viene uccisa è un segnale chiaro: dobbiamo intervenire prima”. Il suo messaggio è un grido accorato affinché la prevenzione diventi centrale.

La politica chiamata all’unità: oltre gli schieramenti

Anche Mariastella Gelmini (Noi Moderati) ha ribadito l’urgenza di portare avanti la legge e avviare un piano di prevenzione. La politica, davanti a casi così tragici, sembra trovare un raro punto d’incontro: fermare la violenza contro le donne è una priorità che travalica gli steccati partitici.

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