📍 Luogo: Cagliari
A quasi trent’anni dalla morte di Manuela Murgia, la verità sembra finalmente affacciarsi tra le pieghe del tempo. La ragazza di 16 anni, trovata senza vita nel canyon della necropoli di Tuvixeddu, a Cagliari, il 5 febbraio 1995, potrebbe non essersi tolta la vita come ritenuto all’epoca. La Procura di Cagliari ha riaperto il caso, e l’ex fidanzato Enrico Astero, oggi 54enne, è indagato per omicidio volontario.
La morte di Manuela Murgia: una verità mai accettata dalla famiglia
Nel 1995, la morte della giovane venne rapidamente archiviata come suicidio. Tuttavia, i familiari della ragazza non hanno mai creduto a questa versione e, per tre decenni, si sono battuti affinché il caso fosse riesaminato. Le sorelle Anna ed Elisabetta e il fratello Gioele, insieme a tutta la famiglia, non hanno mai smesso di cercare giustizia per Manuela.
La loro determinazione ha portato, nel 2024, alla presentazione di una nuova istanza, dopo un primo rifiuto della Procura. La svolta è arrivata con l’intervento dei legali Giulia Lai e Bachisio Mele, che hanno allegato la consulenza del medico legale Roberto Demontis. Il documento ipotizza una dinamica molto diversa: non un suicidio, né una semplice caduta, ma una possibile violenza sessuale seguita da occultamento di cadavere, forse dopo un incidente stradale.
L’ex fidanzato indagato per omicidio volontario
La nuova inchiesta ha portato alla notifica di un avviso di garanzia per Enrico Astero, ex fidanzato della giovane. La Polizia ha formalizzato l’atto, che consente ora alla difesa, affidata all’avvocato Marco Fausto Piras, di nominare consulenti di parte per partecipare agli accertamenti irripetibili. In particolare, verranno eseguite analisi genetiche e tamponature sui vestiti di Manuela, recuperati nei mesi scorsi.
Gli esami sono fissati per il 4 giugno, data in cui potrebbero emergere nuove prove decisive. Intanto la Squadra Mobile, coordinata da Davide Carboni, prosegue le indagini su un cold case che potrebbe presto conoscere ulteriori clamorosi sviluppi.
Le ultime ore di Manuela: i dettagli che non tornano
Secondo le ricostruzioni, Manuela era uscita di casa il giorno prima del ritrovamento, apparentemente per incontrare qualcuno. Indossava i pantaloni del pigiama sotto i jeans e aveva lasciato sul tavolo un rossetto e un profumo. Un testimone affermò di averla vista salire su un’auto e allontanarsi: quello sarebbe stato l’ultimo avvistamento in vita della ragazza.
Il corpo fu poi trovato nel canyon di Tuvixeddu, ma la dinamica della morte non ha mai convinto gli investigatori più attenti, né i familiari. Ora, a trent’anni di distanza, le nuove prove e le analisi scientifiche potrebbero finalmente portare alla verità su una morte che grida giustizia.