Stefania Camboni e Giada Crescenzi

Stefania Camboni, Giada Crescenzi si difende: «Sono innocente, volevo avvelenare le piante, non una persona»

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Written by Irene Vitturri

16 Maggio 2025

📍 Luogo: Frigene

Si dichiara completamente innocente Giada Crescenzi, la 30enne arrestata con l’accusa di omicidio aggravato per la morte di Stefania Camboni, la 58enne uccisa a coltellate nella sua abitazione di Fregene, alle porte di Roma. Secondo quanto riferito dalla sua avvocata Maria Anselmi, la donna è «molto provata ma determinata a ribadire la propria innocenza davanti al giudice». L’omicidio è avvenuto lo scorso 7 maggio, nella villetta di via Santa Teresa di Gallura dove la vittima viveva con il figlio e la nuora.

Omicidio Stefania Camboni – La versione di Giada Crescenzi: «Non ho sentito nulla, dormivo con i tappi»

Secondo quanto raccontato dalla difesa, Giada avrebbe cenato insieme al compagno e alla suocera. Dopo cena, la coppia si sarebbe ritirata in stanza, poi il compagno sarebbe uscito per il turno di lavoro all’aeroporto di Fiumicino, lasciando Giada da sola nella casa con Stefania. «Come tutte le sere, si è messa a letto con i tappi alle orecchie e si è addormentata profondamente», ha spiegato l’avvocata. Al ritorno del compagno, la casa era in disordine e la porta d’ingresso era aperta. È stato lui a scoprire il corpo senza vita della madre nella stanza al piano inferiore.

I rapporti con la suocera e le discussioni per la spesa

Contrariamente a quanto riferito da alcune amiche della vittima, che parlavano di rapporti burrascosi tra suocera e nuora, l’indagata ha sostenuto che il loro legame era normale, con qualche banale discussione legata a questioni domestiche, come la spesa. «Erano normali dissapori, nulla di più», ha chiarito la difesa. La coppia, inoltre, si era trasferita in quella casa soltanto dal 29 marzo, in attesa di un trasloco imminente.

Le ricerche su Google: «Parlavo di piante, non di persone»

Uno degli elementi più pesanti dell’accusa riguarda le ricerche effettuate da Giada Crescenzi su Google prima del delitto. Frasi come «come avvelenare una persona» e «come togliere il sangue dal materasso» hanno sollevato gravi sospetti. Tuttavia, la donna ha dato una spiegazione alternativa: la prima ricerca sarebbe stata legata alla rimozione di macchie di sangue mestruale dal letto, mentre la seconda aveva a che fare con la volontà di eliminare alcune piante invasive dal giardino.

«La mia assistita ha chiarito che non intendeva fare del male a nessuno», ha ribadito l’avvocata Anselmi. «Ricordiamo che la signora Camboni non è stata avvelenata, ma accoltellata. E al momento l’arma del delitto non è ancora stata ritrovata».

Stefania Camboni – un’indagine ancora aperta: i prossimi passi

Giada Crescenzi si trova attualmente detenuta presso il carcere di Civitavecchia. La Procura contesta le aggravanti di minorata difesa e abuso di relazioni domestiche, ritenendo che la vittima sia stata colta nel sonno, senza possibilità di reagire. Le indagini proseguono per fare chiarezza sulla dinamica esatta del delitto e per rintracciare l’arma utilizzata. L’udienza di convalida del fermo sarà decisiva per capire quale sarà il futuro processuale della donna.

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