📍 Luogo: Venezia
Anna Chiti aveva soltanto 17 anni, una vita davanti e un sogno chiaro: diventare comandante e lavorare sul mare che tanto amava. Sabato 17 maggio, però, il suo primo giorno di lavoro su un catamarano a Venezia si è trasformato in tragedia. La giovane studentessa dell’Istituto Nautico ha perso la vita durante una manovra di attracco nella Marina di Santelena. Dinamica e sportiva, capace e appassionata, Anna era conosciuta da tutti come una ragazza brillante e matura, pronta ad affrontare le responsabilità di un mestiere difficile. Ma qualcosa è andato storto.
L’amica Giulia: «Era entusiasta, ma anche un po’ agitata»
A raccontare chi era Anna, con parole che colpiscono al cuore, è Giulia Scarpa, sua compagna di scuola e migliore amica. «Non eravamo solo amiche, eravamo sorelle», dice con voce rotta dal dolore. E prosegue: «Ani era bravissima in tutto. Aveva 9 in navigazione, parlava inglese perfettamente, lo insegnava persino ai compagni. Aveva voti alti in tutte le materie. Era sportiva, dinamica, responsabile. Non c’era nulla che le facesse paura, ma quel giorno era un po’ agitata. Era il suo primo giorno di lavoro, era tutto nuovo».
Gli ultimi istanti di Anna Chiti: una manovra fatale
Il dramma è stato ripreso dalle telecamere della darsena. Anna stava tentando di aiutare durante l’attracco del catamarano. Aveva in mano una cima e, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe provato a saltare sul pontile, ma è inciampata ed è finita in acqua. La barca era ancora in manovra. La cima si è impigliata nell’elica e l’ha trascinata giù. Nonostante il tentativo disperato del comandante di tuffarsi per salvarla, solo l’intervento dei vigili del fuoco ha permesso il recupero del corpo, ormai privo di vita.
Le responsabilità da chiarire
Il titolare della Marina Santelena ha dichiarato che quel pomeriggio spirava un forte vento di scirocco, rendendo difficile l’attracco. La barca aveva mura alte e un tendalino che, come una vela, ne complicava la stabilità. Il personale della darsena era disponibile, ma lo skipper – secondo quanto emerso – non ne ha chiesto l’intervento. Resta da chiarire se Anna abbia agito di sua iniziativa o se le sia stato chiesto di aiutare. Su questo punto i genitori, gli amici e tutta la comunità vogliono ora chiarezza.
Anna Chiti morta a 17 anni sul lavoro: un dolore che chiede giustizia
La scuola nautica e i compagni di classe di Anna sono sconvolti. Al suo banco, vuoto, sono comparsi fiori, messaggi e dediche. Giulia, come tanti altri, chiede verità: «Vogliamo capire cosa è successo. Anche per evitare che succeda di nuovo. Anna era una ragazza speciale, non meritava di morire così». Il caso è ora al vaglio della magistratura, che dovrà far luce sulle eventuali responsabilità in una tragedia che poteva e doveva essere evitata.