Comunicazione vaticana sotto accusa: gaffe clamorose e pressioni dai cardinali dopo la morte di Papa Francesco
Il periodo di transizione seguito alla morte di Papa Francesco ha messo in luce numerose crepe nella gestione della comunicazione vaticana. Gaffe, omissioni e errori macroscopici hanno attirato le critiche di cardinali e osservatori, in particolare durante la lunga degenza del Pontefice, i giorni del lutto e il delicato pre-Conclave.
Critiche interne durante le Congregazioni generali
Durante le Congregazioni generali che hanno preceduto l’elezione di Papa Leone XIV, molti cardinali hanno apertamente criticato la direzione presa dal Dicastero per la Comunicazione. La gestione della fase di lutto per Papa Francesco e il modo in cui sono state diffuse le informazioni ha sollevato più di un malumore.
L’Osservatore Romano nel mirino
Uno degli organi più contestati è stato proprio L’Osservatore Romano, lo storico quotidiano vaticano. Il suo direttore, Andrea Monda, nominato da Papa Francesco nel 2018, è stato al centro delle polemiche per alcune scelte editoriali ritenute inadeguate da più parti.
La clamorosa gaffe del titolo: da XIV a XVI
L’ultima gaffe risale al 3 giugno 2025. Nell’edizione cartacea del quotidiano, in prima pagina si leggeva “Leone XVI” invece di “Leone XIV”. Un errore grave, sia sotto il profilo comunicativo che sotto quello simbolico, dato il ruolo istituzionale del giornale. L’errore di numerazione romana, oltretutto, non è stato corretto prima dell’uscita, suscitando reazioni sconcertate anche all’interno delle Sacre Mura.
Crescono le pressioni per un riassetto
Secondo indiscrezioni raccolte da ambienti vicini alla Curia, Papa Leone XIV – eletto da pochi giorni – starebbe già valutando un riassetto totale della comunicazione vaticana. A spingerlo in questa direzione, oltre alle evidenti lacune emerse negli ultimi mesi, ci sarebbero anche le sollecitazioni di molti cardinali.
Il precedente della gestione Bergoglio
La gestione della comunicazione era già stata oggetto di dibattito sotto Papa Francesco, ma aveva comunque mantenuto un equilibrio accettabile. Tuttavia, con l’aggravarsi delle condizioni di salute del Pontefice e le incertezze sul futuro, le tensioni si sono acuite.
Un momento delicato per l’immagine della Chiesa
In una fase in cui la Chiesa è sotto i riflettori del mondo intero, ogni parola e ogni scelta comunicativa assume un significato potenzialmente globale. Gli errori recenti non hanno fatto altro che alimentare il sospetto che serva una guida più rigorosa, strategica e professionale per gestire l’immagine della Santa Sede.
La questione simbolica del titolo papale
Il refuso “Leone XVI” è diventato anche un caso mediatico per il suo valore simbolico. La numerazione dei Pontefici è un elemento identitario della Chiesa e non può essere oggetto di leggerezze. Per molti, l’errore è il segnale di un sistema comunicativo non all’altezza del ruolo storico che ricopre.
Il futuro della comunicazione vaticana
Con l’insediamento di Papa Leone XIV, si apre ora una nuova fase di riforma e riflessione. L’attenzione sarà alta nei prossimi mesi, in attesa di eventuali cambiamenti ai vertici del Dicastero per la Comunicazione e di una possibile ridefinizione delle strategie di informazione della Santa Sede.