Ana Alcivar

Ana Alcivar muore dopo una liposuzione in ambulatorio a Roma: “Il medico ci ha detto che non si risvegliava”

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Written by Irene Vitturri

11 Giugno 2025

📍 Luogo: Roma

Tragedia a Roma dove una donna di 47 anni, Ana Sergia Alcivar Chenche, è morta a seguito di un intervento di liposuzione in un ambulatorio privato situato nella Capitale. La paziente, residente a Genova nel quartiere Bolzaneto, si era recata presso la struttura accompagnata dal compagno, dal figlio minorenne e da un’amica che doveva sottoporsi allo stesso trattamento estetico.

L’intervento si sarebbe dovuto svolgere in giornata, in un contesto che, almeno all’apparenza, veniva descritto come “sicuro” dallo staff sanitario. La realtà, però, si è rivelata ben diversa.

L’arrivo nell’ambulatorio e i primi segnali di pericolo

Il compagno di Ana, Jorge Manuel Salas Garcia, ha riferito che sin dall’ingresso nella clinica ha percepito una certa approssimazione nella gestione della struttura. Secondo quanto ricostruito dall’avvocata della famiglia, Lina Armonia, l’ambiente appariva inadeguato già logisticamente. Nonostante le perplessità, una dottoressa avrebbe rassicurato i familiari: “Sono cose semplicissime”, avrebbe detto alla vigilia dell’intervento.

Alle ore 16 è stata l’amica di Ana a essere operata per prima. Poco dopo, verso le 17, è toccato a lei entrare in sala operatoria. Da quel momento è iniziato un calvario per i parenti in attesa.

L’allarme del chirurgo e l’arrivo tardivo dei soccorsi

Trascorsa circa un’ora senza ricevere notizie, il compagno ha visto uscire il medico, il chirurgo Josè Lizàrraga Picciotti, che ha ammesso alcune complicazioni legate all’anestesia. “C’è un problema con l’anestesia, ma ora sistemiamo tutto”, avrebbe detto inizialmente. Tuttavia, dopo pochi minuti è tornato ad aggiornare i familiari: Ana non si risvegliava, le manovre di rianimazione non stavano dando risultati.

Secondo la testimonianza di Garcia, l’allarme è stato lanciato tardi, e la prima ambulanza giunta sul posto apparteneva a una struttura privata. È stato lui stesso a chiamare direttamente il 118, scoprendo che nessuno aveva ancora richiesto ufficialmente l’intervento di emergenza pubblica. Solo in un secondo momento è arrivata un’ambulanza attrezzata, che ha trasportato la donna in ospedale, dove però è stata dichiarata morta.

Ana Alcivar: una vita spezzata e una famiglia distrutta

Ana Alcivar viveva a Genova con il compagno e i tre figli. Era intestataria di un’attività artigianale nel settore idraulico e la scelta del chirurgo era avvenuta tramite passaparola, probabilmente influenzata da precedenti operazioni effettuate su amiche o conoscenti. L’intervento aveva un costo di 4.300 euro, tutto compreso.

La morte di Ana ha sollevato un’ondata di indignazione, soprattutto alla luce del fatto che la struttura dove è avvenuto l’intervento risulta già essere stata sottoposta a ben tre sequestri in passato. Ora la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo.

Una tragedia che impone riflessioni sulla sicurezza degli interventi estetici

Il caso di Ana Alcivar riporta l’attenzione sulla pericolosità degli interventi estetici svolti in ambulatori privi di adeguate garanzie. In un settore dove troppo spesso prevale la logica del risparmio e della superficialità, tragedie come questa impongono una riflessione profonda sulle responsabilità mediche e sull’urgenza di controlli più severi.

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