Il morbillo è tornato a spaventare il mondo. Una malattia che era considerata debellata in molti Paesi industrializzati si sta nuovamente diffondendo con una velocità allarmante. Particolarmente preoccupante è la situazione negli Usa, dove nel 2000 il virus era stato dichiarato ufficialmente eliminato, ma nel 2025 ha fatto registrare il numero più alto di casi degli ultimi trent’anni.
La recrudescenza del virus, però, non è un problema esclusivamente americano. Anche in Europa e in Italia i dati mostrano un’impennata, spingendo le autorità sanitarie a lanciare un appello urgente per rafforzare la copertura vaccinale.
Boom di contagi negli Stati Uniti: il peggior dato dal 2000
Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), da inizio anno sono stati segnalati 1.288 casi di morbillo negli USA. Tra questi, 162 persone sono state ricoverate e tre sono decedute. La maggior parte dei casi si concentra in una contea del Texas, epicentro di un’epidemia che sta sollevando gravi interrogativi sulla tenuta del sistema sanitario e sull’efficacia della campagna vaccinale.
A contribuire alla diffusione del morbillo negli USA è il calo della copertura vaccinale infantile, spesso legato a campagne di disinformazione promosse da figure pubbliche, come il segretario alla Sanità Robert Kennedy, noto per le sue posizioni critiche sui vaccini.
Il pericolo della disinformazione e del calo vaccinale
Il dato più allarmante riguarda proprio la copertura vaccinale: in oltre 30 Stati americani, le percentuali di bambini vaccinati contro morbillo, parotite, rosolia, poliomielite e pertosse stanno diminuendo. Secondo uno studio pubblicato su JAMA, una riduzione del 10% nella copertura potrebbe provocare oltre 11 milioni di casi di morbillo nei prossimi 25 anni. Se il calo arrivasse al 50%, si rischierebbero 51 milioni di casi di morbillo, 10 milioni di rosolia e oltre 4 milioni di poliomielite, con conseguenze devastanti in termini di decessi e complicanze neurologiche.
Europa sotto osservazione: i dati peggiori dal 1997
La situazione non è migliore in Europa. L’OMS e l’UNICEF segnalano 127.350 casi di morbillo nel 2024 nella regione europea: il doppio rispetto al 2023 e il numero più alto dal 1997. Il virus approfitta dei vuoti nella sorveglianza sanitaria per diffondersi, colpendo soprattutto le aree dove la vaccinazione non ha raggiunto livelli ottimali.
Italia: i casi raddoppiano in un mese
Nel nostro Paese, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), i casi sono passati da 37 a 65 tra aprile e maggio 2025, con un totale annuale che ha già raggiunto 334 contagi. Se il trend dovesse proseguire, l’Italia rischia di superare quota mille entro fine anno. Il dato più preoccupante? Quasi il 90% dei casi riguarda persone non vaccinate.
Il morbillo colpisce con maggiore violenza i bambini sotto i 5 anni, la fascia più vulnerabile alle complicanze come polmoniti, encefaliti e danni neurologici permanenti.
Le disparità regionali nella copertura vaccinale
In Italia, la copertura vaccinale per i nati nel 2021 è del 94,64%, appena sotto il limite minimo del 95%raccomandato dall’OMS per raggiungere l’immunità di gregge. Ma esistono forti differenze regionali: si va dall’83,8% della provincia di Bolzano al 97,3% della Toscana.
Il ruolo salvifico dei vaccini
Un recente studio del Burnet Institute, pubblicato sul British Medical Journal Global Health, ha dimostrato che le campagne vaccinali nei Paesi a basso reddito hanno salvato milioni di vite, prevenendo fino al 60% dei decessi da malattie infettive come morbillo, colera ed Ebola. Sul piano economico, tra il 2000 e il 2023, i benefici delle vaccinazioni sono stimati in oltre 32 miliardi di dollari.
L’importanza del richiamo e della prevenzione
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive, avverte: “Quando la copertura vaccinale scende sotto il 95% e non si effettua il richiamo, aumenta il rischio di epidemie anche nei Paesi sviluppati”. Il vaccino contro il morbillo prevede due dosi, fondamentali per un’immunizzazione efficace.
Giovanni Rezza, ex direttore della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, sottolinea: “Anche gli adulti non vaccinati devono sottoporsi alla somministrazione del vaccino. Basta un piccolo calo dell’attenzione per far esplodere nuovi focolai, soprattutto in estate e con l’intensificarsi dei viaggi internazionali”.